Questa directory di Racconti Erotici è un idea che nasce per far recuperare il piacere di sognare e fare del sano buon sesso ma anche un opportunità per conoscere, ed affrontare i propri complessi trovando per essi valide soluzioni. Qui troverete iniziative e suggerimenti che aiuteranno tutti coloro che soffrono per qualche motivo come:incompatibilità sessuale, disfunzione erettile: curvatura del pene, lunghezza media del pene, testicoli piccoli e tutto ciò che causa disagi psicologici.
*****ROXY E' TORNATA!
- Roxy
- Con grande eccitazione Roxy vi comunica che riparte l'aggiornamento costante del suo blog.Dopo una lunga pausa vi invita tutti a seguire i suoi post dedicati al mondo del sesso e più intrigante erotismo.Buona Lettura
venerdì 20 maggio 2011
Tratto dal Concorso Delizie- LA SINDROME DI STOCCOLMA
Delizie è un concorso insolito. Parlare di erotismo in soli 1500 caratteri spazi inclusi.
Come è possibile parlare di erotismo senza descrivere le sensazioni, le emozioni? Il nostro è stato un tentativo estremo, un esperimento letterario con il quale abbiamo voluto mettere a dura prova i nostri lettori. Il concorso richiedeva rigorosamente il rispetto dei millecinquecento caratteri, e pochi hanno saputo rispettare questo limite. Come descrivere la fisicità, la passione, in mezza pagina? Questa è la sfida che abbiamo lanciato ai nostri lettori: sfrondare il proprio testo, ridurlo all’essenziale,come a dire che il fine ultimo dell’atto sessuale è il mero godimento, tolto da ogni descrizione o sentimento.
Opera Vincitrice
LA SINDROME DI STOCCOLMA
DI DOXY CLAR
Cammina avanti e indietro, lungo la finestrella e tiene la testa in modo da vedermi
sempre.
E’ notte, siamo soli e mi ha fatto una concessione, come una ragazza pudica con
l’amato: si è tolto il cappuccio e mi ha mostrato il suo viso. E’ bello e senza i capelli,
con un ghigno dolce e malizioso, come un fauno. Da qui dentro, ho sentito molte
volte il suo capo raccomandargli di non farlo: è una grande nudità, la faccia, per un
rapitore, forse un’imprudenza che può costare caro a tutta la banda ma non è per
fregarlo che gli ho chiesto di farsi vedere e anch’io so che non rischio la vita per
averlo visto. Sarà il nostro segreto e sa che mai lo tradirei. E’ per questo che mi
ama.
Mi invita a sé e a dargli le spalle. Sento la zip del mio vestito lurido che scende, e le
dita mi sfiorano la schiena poi mi cinge il collo e mi avvicina a sé, dice, per
annusarmi i capelli. Io tremo e piango e il suo palmo ruvido mi sfiora le lacrime; mi
giro, siamo occhi negli occhi e lui sorride ma la feritoia è troppo piccola per darci un
bacio e questo desiderio ci uccide, allora gli chiedo la mano e tengo il suo indice tra
gli incisivi. Lui ansima, si agita perché credo si stia toccando. Nasce come un tifone,
un tremito che sconvolge entrambi. E’ un momento in cui il cosmo si ferma e tra noi
l’intesa è perfetta, in cui mi è chiaro in un lampo che se vorremo saremo uniti
nell’anima per sempre e mi stringerà a sé da ora fino al momento in cui mi porterà
via. Dico «scappiamo?»
Mi risponde «Vengo.»
SECONDO CLASSIFICATO
MARCOS
UN DURO LAVORO
Cristina aspettava soltanto che i suoi genitori uscissero. Quando sua madre entrò
nella stanza, la ragazza stava guardando una vecchia puntata di Friends
scrocchiando popcorn.
«Cristina vieni con noi dalla nonna?»
«No, mamma, resto a casa» le rispose senza staccare lo sguardo dalla telenovela.
«Fai come vuoi, non stare tutto il pomeriggio davanti alla tivù che ti fa male.
Dovresti uscire un po’ di più, avessi io la tua età …»
«Sì, ma’ » le rispose ipnotizzata dallo schermo.
«Allora noi andiamo. Ciao» le disse sua madre sull’uscio della porta.
«Ciao» rispose Christine con la bocca piena di popcorn. Venticinque anni: età strana.
O si passa tutto il tempo fuori da casa o dentro le quattro mura. Non esiste
alternativa, e Cristina preferiva la seconda ipotesi. Almeno, da quando ci
conosciamo. Dopo qualche minuto Cristina si affacciò alla finestra, come se fosse
uscita improvvisamente dall’ipnosi. I suoi genitori erano già partiti. Mi sistemò di
nuovo sul letto, mi spalmò di vaselina e mi fece scivolare dentro di lei. Era stretto e
piacevolmente umido. Andavo su e giù, tremavo e non mi fermavo più. Lei godeva
da pazzi. D’un tratto entrò in camera il fratellino e mi spense subito.
«Cri, hai visto Joe?»
«Joe chi?!»
«Joe, il mio giocattolo. Il muratore col martello pneumatico».
«No, se lo vedo te lo dico».
Il ragazzetto chiuse la porta e Cristina mi riaccese. E poi dicono che fare il
trivellatore quaranta ore la settimana è un brutto lavoro!
TERZO CLASSIFICATO
PLUMMER
PROFESSIONISTA
Alba era preda di un’estasi erotica indescrivibile, sentiva l’orgasmo farsi strada verso
le sue parti intime, risalire il fiume dei suoi umori. Accelerò il movimento del bacino,
quasi volesse divorare il pene dell'uomo. Adorava la sensazione di pienezza che le
dava; le terminazioni nervose delle pareti vaginali fibrillavano a quel contatto e non
resistette dall’accompagnare la penetrazione con il delizioso tormento che le
procurava la masturbazione con le dita bagnate di saliva.
D’improvviso si sentì soffocare; un bastone di carne dal sapore dolce gli si stava
infilando in gola fino alle tonsille. Un conato la costrinse a risalire per riprendere
fiato, ma continuò ad eccitare il nuovo arrivato con la mano mentre una nuova lingua
femminile aveva iniziato a scorrerle le grandi labbra pregne di aspri umori,
accompagnando la penetrazione del primo stallone. Alba mugolò eccitata e riprese in
bocca il cazzo stringendolo tra le labbra e inanellando una serie di affondi che
stimolarono il desiderio dell'uomo sopra di lei.
La seconda ragazza si dedicò al clitoride, facendolo vibrare con rapidi tocchi che via
via si facevano più svelti e intensi, seguendo il ritmo dell'asta che scivolava nelle
pareti calde. Alba esplose tremando, in uno squasso di visceri; una pioggia di stimoli
elettrici le cavalcarono la spina dorsale fino al cervello, stordendola. Il pene nella sua
bocca si gonfiò e le esplose in bocca. Lei lasciò colare il succo tra le pieghe delle
labbra, mentre altri schizzi bagnavano il viso suo e della compagna.
“E pensare che volevo laurearmi in medicina.” pensò mentre si asciugava lo sperma
dal viso davanti allo specchio del camerino.
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