*****ROXY E' TORNATA!

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Con grande eccitazione Roxy vi comunica che riparte l'aggiornamento costante del suo blog.Dopo una lunga pausa vi invita tutti a seguire i suoi post dedicati al mondo del sesso e più intrigante erotismo.Buona Lettura

Adult Ego

venerdì 8 luglio 2011

UN RAPPORTO A TRE




Aveva voglia di fare l'amore con lei...no...aveva voglia di scoparla. Era ossessionato

da questo pensiero...lei non meritava il suo amore, soltanto una splendida scopata come la
peggiore delle donne.


Entrò in casa...silenzio; attraversò tutto il corridoio che lo portava alla sua camera
da letto, si sarebbe fatto trovare lì da lei al suo ritorno, non le avrebbe daato il tempo
nemmeno di salutarlo, l'avrebbe spogliata, penetrata, insultata così come desiderava da
giorni. la porta era chiusa, l'aprì e un mondo si spalancò ai suoi occhi: lei piegata sul letto e
un uomo, che non aveva mai visto, che le stava dietro e le stava mettendo il suo membro
nel culo, quel culoche lui desiderava tanto.


Un primo moto di rabbia si impossessò di lui,lei era la sua donna ma poi si
riprese...quale migliore occasione. Frettolosamante si spogliò, si avvicinò ai due che non si
erano neppure accorti del suo arrivo e si mise davanti a lei. Il viso di lei era vicino al suo
membro, le mise la mano sulla testa e la costrinse a prenderlo in bocca, incurante delle sue
parole che era appena riuscita a sussurrare. Stava impazzendo di piacere...si stava
reealizzando una sua fantasia...lei che le faceva un pompino mentre un altro la
scopava...era quello che meritava.Lui le venne in bocca e lei inghiottì il suo sperma, ma
non soddisfatto, fece cenno all'uomo di allontanarsi, aveva ancora voglia di lei, le faceva
sempre questo effetto di un desiderio irrefrenabile e infinito.


La penetrò con forza, con tutta la rabbia che covava dentro e insieme le mise un dito
nella figa e iniziò a muoversi prima lentamente, poi sempre più velocemente, la sua mano
era bagnatissima, lei era eccitatissima e gli diceva di non fermarsi fino a quando anche
l'altro le mise il suo membro in bocca per zittirla. Era in balia del desiderio di due uomini
che la stavano scopando senza pietà, ma in realtà il gioco lo conduceva lei che si faceva
desiderare e amare...si perchè lui l'amava.

I due uomini si allontanarono da lei e lei si gettò a bocconi sul letto, sprofondando
la faccia nel cuscino in cerca di riposo, ma durò un attimò, sentì mani forti, girarla di peso
aprirle le gambe e ficcargli il membro nella figa con una violenza inaudita...aprì gli occhi,
era il suo uomo che la stava scopando come una puttana, sembrava fuori di sè e la
penetrava con forza incurante delle sue parole e mentre era concentrata sul motivo di
questa aggressività senti la mano dell'altro cge cercava il suo culo e qualcosa le entrò
dentro...era sublime quello che stava accadendo...e contemporaneamente irreale...l'altro
iniziò a morderle i capezzoli duri epiù lui la faceva eccitare, più l'altro la scopava con
impeto quasi in tacito accordo. Lui uscì dalla sua figa, si abbassò su di lei e iniziò a leccare
il suo corpo, dal seno, stimolandole i capezzoli con la lingua, poi scese fino ad arrivare al
suo pube, lei aprì le gambe ancora di più e sentì la sua lingua entrarle dentro e giocare,
fino a quando lui le prese il clitoride fra le labbra e lei credette di svenire.ma lui non
sopportava vedere la sua donna in balia dell'altro e con un gesto gli fece capire che doveva
andar via...e continuò a scoparla fino a quando non si rese conto che lei era senza forze...


sua sottana nera quella che ama tanto, le abbassa le bretelline e inizia a leccarle i seni, i
capezzoli rispondono al suo stimolo, le solleva delicatamente la sottana, le sposta le
mutandine e inizia a giocare con il suo clitoride, lei si volta di spalle, è un chiaro invito, le
abbassa le mutandine e dopo averla leccata, glielo ficca dentro con la stessa forza del
sogno...troia, ti piaceva farti scopare da un altro...questo è quello che meriti e si muove
dentro di lei violentemente fino ad inondarla...

lunedì 4 luglio 2011

L'AMAI MI AMO0 - 85


L'amai, mi amò .

di Franz Krauspenhaar

È agosto, fa caldo ma moderatamente. Su una terrazza
abbandonata, dove mi ha portato lei che conosce questi luoghi
palmo a palmo, decidiamo di fare un gioco di splendore erotico.
Lei si sporge guardando in strada. Sono le sei del pomeriggio, la
cittadina si risveglia dopo la lunga siesta. Silva porta un abitino
molto leggero, indovino che sotto non ha le mutandine. Mi rivolge
la schiena, finge d'interessarsi ai passanti, là sotto. Io divento
adesivo col suo sedere meraviglioso, sono eccitato soprattutto da
questo suo sporgersi. Lei mi guarda in tralice, con un leggero
sorriso, poi i suoi occhi si socchiudono per l'eccitazione. Faccio
uscire il mio cazzo già duro dai pantaloni di cotone bianco, le tiro
su il vestito. Gioco con lo spacco delle sue natiche. Qualche
goccia di sudore, il mio cazzo già umido. Vado con le dita sulla
sua fica e l'arpeggio, delicatamente, suonandola come l'arpa
carnale di una libidine esclusiva. Lei geme. Pochi secondi dopo,
dal mio punto di osservazione, noto per caso, abbandonando gli
occhi a sinistra, che un corteo silenzioso ha iniziato a percorrere
la strada. È un funerale. Niente musica, niente banda. La grande
auto familiare con la bara dentro procede con lentezza
esasperante. Dietro, un girone di personaggi, al capo di quella
coda due donne in nero con i soliti occhiali scuri, poi qualche fila
di altre persone silenziose vestite a festa. E più il serpente della
morte s'allunga, più la gente è vestita meno elegantemente,
qualcuno sussurra al vicino, qualcuno addirittura accenna una
risata. È per me irresistibile. "Guarda, Silva, guarda..." le dico con
la voce rotta dall'eccitazione. Entrambi guardiamo passare il
funerale, ed entrambi aumentiamo la foga, la elargiamo dentro di
noi, allo stesso modo comprimendola. La penetro con un colpo
netto e intanto mi sporgo con la testa per vedere passare tutta
quella gente. E questo, mio e di Silvia, applicare l'amore alla
cerimonia della morte è una cosa estremamente potente, come
la messa in pratica perfetta di un istinto vitale che trascende
qualsiasi ragionamento. A quell'addio in certo modo festeggiato
risponde la festa della vita, fatta tra me uomo e lei donna con una
disperazione che ha parecchie linee di struggimento dentro la
tela intessuta di quel momento. Lei geme, io gemo, non diciamo
nulla. Il lunghissimo corteo sta per sparire dietro a una curva, io
tengo solo per qualche colpo, poi vengo, quasi urlando il mio
estremo disincanto.



85 secondi

Questa è una storia vera. Impiegherete circa 85 secondi a leggere tutto il racconto e questo è esattamente il tempo in cui si è svolta la scena che è
narrata. E già questo sarebbe notevole. Ma è quanto ci sta dietro, che mi ha dapprima stupito, poi intrigato, poi spinto a riflettere sul confine tra ciò che
per alcuni è normalità e per altri trasgressione. Su come si possa essere totalmente liberi proprio perché totalmente affidati alle mani di un altro.
Forse il vasaio non è padrone dell'argilla,
per fare con la medesima pasta un vaso per uso nobile
e uno per uso volgare?
Lettera ai Romani 9,21
0 secondi. Abbassi il capo in un cenno di conferma e il mio sguardo si sgancia dai tuoi occhi
per scivolare ai pantaloni neri, e alla cerniera lucente, e al pacco rigonfio che ho davanti alla faccia.
Pollice e indice stringono la clip e la abbassano senza esitare. Appena il tempo di guardarti ancora
e la mia bocca ingloba la cappella.
15 secondi. Mi appoggio sui talloni, inarco la schiena per offrirti la migliore vista possibile sul
sesso che ho depilato stamattina per te, subito prima di prendere il treno e raggiungerti. La bocca
mi si riempie di saliva. E' proprio lì, nella saliva, il segreto di un buon pompino. La lascio colare
sull'asta, sento le vene del pene scivolare sulle mie labbra. E succhio come se fossi tu.
30 secondi. Il collare di D&G rimbalza sul petto ad ogni affondo. E' parte di me. Mi ricorda
che sono tua, solo e totalmente. Per questo, quando hai indicato il tuo amico e mi hai detto “Ce la
fai a farlo venire in un minuto?”, non ho pensato se mi andava, se lo volevo, non mi sono chiesta
perché. Ho pensato solo che se era il tuo volere, era anche il mio. E che non ti avrei deluso.
45 secondi. Quanto tempo è già passato? E quanto gli ci vorrà per venire? Respiro dal naso,
appena in affanno. Sento gli occhi bagnarsi e spero tu veda il rimmel colare. Le palle mi sfiorano il
mento, le sento contrarsi. Aumento il ritmo affondando fino alla gola. Un altro odore, ma è te che
respiro. Un altro sapore, che ingoierò senza esitare. Succhio lui, ma per quanto mi riguarda è come
se succhiassi solo te.
60 secondi. So che ti piace guardarmi e che sei contento di me. Non lo dirai. Nemmeno mi
importa. Sono la tua schiava e quello che mi fa piacere è solo ciò che fa piacere a te, ciò che mi fa
godere è ciò che fa godere te. Mi porti al limite, mi fai desiderare l'indesiderabile. Sento uno
spasmo. Attraverso le lacrime che mi gonfiano gli occhi vedo il tuo volto sfocato e fiero.
85 secondi. Un fiotto colpisce il palato, spingo indietro la lingua con gesto meccanico,
deglutisco, mentre un secondo, più debole, mi riempie la bocca. Mi basta sentire la tua voce dietro
le spalle per immaginare che sei tu a svuotarti in me: “85 secondi. Qualcosa in più di un minuto, ma
niente male”. Creta nelle tue mani. Vaso che il tuo piacere riempie al colmo.