*****ROXY E' TORNATA!

La mia foto
Con grande eccitazione Roxy vi comunica che riparte l'aggiornamento costante del suo blog.Dopo una lunga pausa vi invita tutti a seguire i suoi post dedicati al mondo del sesso e più intrigante erotismo.Buona Lettura

Adult Ego

sabato 16 maggio 2009

LA MIA RAGAZZA E SUA SORELLA

Feci appena a tempo a buttarmi sul divano che Maria e Roberta passarono dirette furtivamente nel bagno.
Io avevo ancora il cuore in gola non so se più per lo spettacolo hard o se per il fatto di aver scoperto la mia ragazza e sua sorella che lesbicavano e si lasciavano andare a pratiche molto particolari.
Ero piacevolmente sconvolto e nonostante l’enorme sborrata mi sentivo ancora notevolmente arrapato.
Ma a proposito della sborrata, avevo dimenticato di pulire.
Feci per alzarmi per provvedere ma Maria uscì dal bagno proprio in quel momento:
- Hai dormito bene? -
- Si cara, anzi ho sognato proprio di te. -
Ero fregato, non sarei riuscito a trovare nessuna scusa plausibile per poter entrare nella camera dei miei suoceri.
Non sapevo proprio che fare.
All’improvviso mi venne un’idea: sarei rimasto a cena, cosa del resto abituale.
Dopo mangiato mio suocero si sarebbe stravaccato in poltrona vicino alla moglie, Maria si sarebbe data da fare a lavare i piatti e mia cognata sarebbe uscita immediatamente come al solito.
Per fortuna tutto andò come previsto: i miei suoceri non si avvicinarono nemmeno alla camera da letto.
Come al solito il padre della mia ragazza si mise in poltrona e quasi subito si addormentò sulla spalla della moglie.
Maria andò in cucina ed io cercando di non farmi scoprire entrai nella camera da letto incriminata.
Mi avvicinai subito alla poltrona, ma purtroppo dovetti constatare che il danno era irrimediabile: la sborra ormai s’era seccata e sul raso verde la macchia spiccava notevolmente.
Fu quasi istintivo tirare di tasca il fazzoletto per cercare di ripulire, ma invano.
Comunque probabilmente nessuno si sarebbe sognato di chiedermi spiegazioni anche perché ormai non si capiva certo che si trattava di sperma, e poi cosa centravo io con la camera dei miei suoceri? Sarebbe rimasto solo il mistero: il mistero della macchia.
Ma mentre riflettevo il rumore della porta che si chiudeva mi fece sobbalzare.

- Cosa ci fai nella mia camera da letto? -
Mia suocera era entrata all’improvviso, scoprendomi in un atteggiamento alquanto strano.
- Veramente oggi inavvertitamente ho fatto versare del Martini sulla poltrona e ora cercavo di vedere se era rimasta la macchia. -
Era la scusa peggiore della mia vita e il volto interrogativo e dubbioso di mia suocera ne era la prova.
- Ma che ci facevi nella mia camera bevendo Martini? Cos’è questa stronzata che dici? -
Ero imbarazzatissimo, non sapevo che pesci pigliare.
- Piuttosto non è che volevi spiare le ragazze dal buco della stufa? -
Cazzo! Aveva colto nel segno; e ora che le dovevo dire? E per la macchia?
Il mio silenzio non fece altro che confermare l’ipotesi di mia suocera.
- Passi per Maria che è la tua ragazza, ma che ti metti a spiare anche Roberta… Possibile che alla tua età sei ridotto a fare la spia come un ragazzino di dieci anni? E poi che hai fatto? Non mi dire che… -
Ebbene aveva capito tutto in un attimo.
Con uno sguardo che mi fulminava si avvicinò alla poltrona e dopo aver esaminato la macchia disse:
- Brutto porco che non sei altro, ti sei masturbato sulla mia poltrona. Ma con chi cazzo ti credi di avere a che fare. Certe cose valle a fare a casa tua sulla poltrona di tua madre e vatti a guardare tua sorella. -
- Ma io… -
- Ma stai zitto! Faresti meglio a scomparire. -
Cosa potevo fare? Mia suocera era imbestialita.
Per fortuna sembrava che non volesse creare casino dicendolo agli altri, ed in modo particolare a Maria, perché era come se urlasse sottovoce, proprio come chi vuole sfogarsi ma non lo può fare.
- E dire che ti avevo accolto veramente come un figlio. -
Questa puttanata del figlio l’avevo sentita un’infinità di volte.
In effetti era vero che ero entrato in quella casa in modo anomalo per essere un “genero”, ma da lì a dire che ero come un figlio non lo sopportavo.
- Se mi consideri tuo figlio devi anche capire che certe cose sono naturali, anche tuo marito si sarà masturbato da ragazzo. E poi… -
- Cosa vuoi dire con “e poi…”, finisci di parlare! -
Ora mi ero sbilanciato eccessivamente; mica le potevo dire che le due figlie lesbicavano tra di loro?
Mica le potevo dire che erano delle depravate della specie più assurda che potesse esistere?
- Allora, che aspetti? Che altra stronzata mi vuoi raccontare? -
- Vorrei dirti che il male non è solo dalla parte che si crede, ma basterebbe aprire un pochino gli occhi… -
- Un momento, mi vuoi forse dire che non è partito da te? -
- Non dico questo, ma certamente qualcosa mi ha attirato. -
- Voglio sapere cosa è successo e lo voglio sapere per filo e per segno, altrimenti dirò tutto a mio marito. -
Questa era davvero bella, sai che paura…? E ora…? Cosa dovevo fare, raccontarle tutto? Decisi allora di cercare di dialogare e di farla se non altro calmare.
- Se mi prometti di calmarti e di ragionare ti dirò tutto. Ma ora non mi sembra proprio il momento adatto, potrebbero entrare da uno momento all’altro. -
- E va bene, aspetteremo con calma che vadano tutti a letto. -
- Si, ma con che scusa rimango? -
- Guardiamoci il “Maurizio Costanzo Show”, di sicuro tutti andranno a dormire e tu con la scusa di continuare a seguire la trasmissione… -
Che cosa strana, da un momento all’altro era passata dalle minacce alla mia integrità fisica alla complicità.
Era pur vero che questa complicità era dettata dall’esigenza di voler in un certo qual modo proteggere la propria famiglia, ma per un attimo notai nel suo sguardo, nel tono della sua voce, nel suo atteggiamento, una sensazione di enorme curiosità.
Si, era proprio così; era curiosa di sapere cosa era accaduto, una curiosità sicuramente morbosa, tanto da farle dimenticare quasi all’istante l’ incazzatura.
- Va bene, facciamo così, ma tuo marito? Io so che non va a letto se con lui non ci sei anche tu. -
- Non ti preoccupare, faccio finta di coricarmi, poi con una scusa mi alzo. Lui si addormenterà praticamente subito. Ormai sono anni che faccio sempre così, altrimenti dovrei andarmi a coricare con le galline. -
- E Maria e Roberta? -
- Ti ripeto che sono anni che faccio così. Roberta sicuramente uscirà per tornare tardi e Maria, lo sai, non sopporta quella trasmissione e sicuramente andrà a coricarsi. -
In verità neanche a me allettava molto sorbirmi Costanzo, ma certamente non ero in condizioni di poter rifiutare. Ritornammo in camera da pranzo.
Maria aveva finito di lavare i piatti e si era già preparata per la notte, convinta anche del fatto che da lì a poco sarei andato via.
Roberta uscì dalla sua camera vestita di tutto punto, anzi a voler considerare la lunghezza della gonna e l’aderenza della maglietta si poteva dire “svestita di tutto punto”:
- Io esco, non mi aspettare perché faccio tardi. -
- Ma… -
Mia suocera non riuscì ad emettere altro suono che la porta d’ingresso era già chiusa.
Roberta era uno spirito ribelle e indipendente, e non c’era verso di farle fare qualcosa in modo diverso da come lei voleva.
- Io ho sonno e sono stanca, vado a letto. Mi raccomando Mario, non lasciarti convincere da mamma a seguire Costanzo, altrimenti finirai per addormentarti qui. -
Mi diede un bacio intrufolandomi furtivamente la lingua in bocca.
- Io mi vado a preparare. Vieni Mauro, andiamo a letto. -
Così dicendo mia suocera prese per mano il marito quasi come fosse un bambino e praticamente lo tirò dalla poltrona.
- E Mario che ci fa ancora qui? Come mai non è ancora andato via? -
- Rimango solo un altro pochino, poi vado via. -
- Hai detto a Roberta che almeno questa sera non deve uscire? -
- Si Mauro, non ti preoccupare che non esce, anzi è già a letto. -
Poveretto, era trattato come un coglione qualsiasi e tutto sommato mi faceva pena.
Era un gran lavoratore e non era neanche tanto gretto di mentalità, ma la sera dopo cena diventava quanto di peggio potesse esistere.
Rimasi da solo davanti al televisore, quella assurda situazione mi aveva messo un’ansia terribile.
Cosa le dovevo raccontare? Le potevo mai dire la verità? L’avrei sconvolta e poi, mi avrebbe creduto?
Mille pensieri mi affollavano la testa, ma uno in particolare suscitava in me un misto di curiosità e di stupore: quel cambiamento improvviso di umore non mi convinceva.
- Buonanotte Mario. -
- Buonanotte. -
Erano i miei suoceri che andavano a letto.
Lui era ridicolo fasciato in quel pigiama verde talmente stretto da sembrare una calzamaglia.
Lei invece indossava una camicia da notte piuttosto corta e anche trasparente.
- Indosserà sicuramente una vestaglia… - pensai - …ma con questo caldo, come farà? -
Rimasi assorto nei miei pensieri per circa una decina di minuti, poi la sagoma di mia suocera comparve sull’uscio della porta.
- Ora ci beviamo un liquorino e poi mi racconti tutto dalla A alla Z. E bada a non tralasciare niente, neanche il più piccolo particolare. Voglio sapere proprio tutto. -
Così dicendo si avvicinò al mobile bar.
Fu quella la prima volta che, complice la lampada sul mobile, vidi mia suocera sotto un’altra luce.
Quella camicia da notte era diventata completamente trasparente, lasciandomi vedere il suo culo a malapena coperto da un minuscolo slip; quando poi si chinò per prendere una bottiglia, la camicia da notte se ne risalì lasciando scoperte quelle chiappe che nonostante l’età sembravano essere ancora piuttosto sode.
Mi eccitai. Il fatto di guardare il culo di mia suocera mi provocò una eccitazione terribile.
Eppure non avevo mai pensato a lei sotto l’aspetto del sesso, ma in quel momento le sarei volentieri saltato addosso.
Riempiti due bicchieri me ne porse uno.
La luce alle sue spalle la rendeva completamente nuda ai miei occhi.
Quando poi mi resi conto che dalla generosa scollatura si vedevano quasi per intero due tette da favola, iniziai ad andare in ebollizione.
Fu questione di un attimo, ma la mia natura perversa mi fece decidere di raccontarle tutto nei minimissimi particolari, con l’intento di eccitarla.
Ero come un pazzo, non mi rendevo conto di quello che stavo per fare ma tanto cosa mi poteva accadere; ero solo stato spettatore di uno spettacolo che certamente non avevo messo su io e chi aveva peccato erano Roberta e Maria, o per lo meno erano loro che aveva commesso il peccato più grave.
Mia suocera si sedette sulla poltrona di lato alla mia, mettendosi una gamba sotto come a volte fanno i bambini.
Quella posizione lasciava scoperte le sue cosce e mi lasciava addirittura intravedere il bianco degli slip.
- allora, cosa mi dici? Dai, raccontami tutto. -
Non era più la persona incazzata di prima. Era presa da una curiosità terribile. Era tutta eccitata.
Senza distogliere lo sguardo dal suo corpo iniziai il racconto con una domanda:
- Quando sei uscita cosa intendevi dire con : “non fate le solite porche”? -
- Beh… - disse colta alla sprovvista e un pochino balbettando - …conosco i miei polli. -
- Cosa intendi dire? -
- Che una volta… -
- Una volta? -
- Ma non devo essere io a parlare, piuttosto cerca di raccontarmi tu qualcosa di plausibile! -
Dsse ritornando un pochino sulle sue.
Le dissi allora che tra veglia e sonno avevo visto le due sorelle intente a prendere qualcosa dalla libreria e che Roberta aveva insidiato Maria toccandole il culo.
- Porche che non sono altro, almeno fossero state attente. -
- A chi, a me? -
- Certo, e a chi altrimenti? -
- Quindi mi dici che non ci trovi nulla di male, basta che non si sappia? -
- No, non dico questo, ma visto che loro due… -
- Loro due…? -
- Ci risiamo, ho detto che devi essere tu a parlare, non io. -
Ormai era chiaro: mia suocera sapeva benissimo che le figlie se la spassavano tra di loro, e la cosa mi spiazzava un pochino.
Di sicuro qualche volta le aveva scoperte. Allora decisi di giocare d’astuzia.
- No, ora devi essere tu a parlare. Sai qualcosa che io non ho mai saputo e come futuro marito di tua figlia credo che abbia tutto il diritto di sapere. E faresti meglio a dirmi tutto, perché quello che io ho visto potrebbe essere solo una minima parte di quello che succede in questa casa. -
Ero riuscito a scambiare le posizioni: ora ero io l’inquisitore e lei doveva raccontarmi parecchie cose.
- Hai ragione - disse ad occhi bassi - ho il dovere di metterti in guardia. Ma non perché le mie figlie facciano del male a qualcuno… -
- Parla, ti ascolto. -
- Devi giurarmi però che non farai nessuna chiassata, anche perché Mauro è all’oscuro di tutto e tale deve rimanere. -
- Va bene, tu però non tralasciare nulla. -
Mia suocera alzò lo sguardo e puntando i suoi occhi nei miei iniziò a raccontare:
- E’ successo tutto circa due anni or sono. Eravamo in villeggiatura e Mauro come al solito era rimasto a portare avanti il negozio. Quel pomeriggio faceva un caldo insopportabile e decidemmo di rimanere sulla spiaggia fino a tardi. Era tutto deserto, anche perché eravamo in un posto un pochino isolato. Dopo che eravamo state un po’ a parlottare, Maria mi disse:
” Posso mettermi a seno nudo? Tanto non c’è nessuno. ”
Non ero proprio contraria, anche perché da ragazza lo avevo fatto anche io, ma la cosa m’imbarazzava un pochino; comunque non mi opposi Maria allora con un atteggiamento da attrice hard si tolse il reggiseno, liberando quel ben di Dio che tu sicuramente conosci. -
Riflettei, effettivamente Maria aveva un seno eccezionale, una quinta misura con due capezzoloni pronunciati.
- Quel movimento un po’ lascivo mi turbò, ma pensai che forse ero la solita mamma gelosa, certo però quel modo di mettersi in mostra senza neanche assicurarsi, poi, se c’era qualcuno… comunque mi ridistesi al sole fingendo noncuranza.
Dopo qualche minuto sentii Roberta che diceva a Maria:
” Sorellina, stando all’erezione dei tuoi capezzoli, deve essere piuttosto eccitante stare in topless! ”
E così dicendo, senza neanche chiedermi il parere, si sfilò il reggiseno rimanendo in piedi con Indosso solo degli slip talmente minuscoli da non coprire neanche tutti i peli del pube. Aveva un bel corpicino, anche se contrariamente a Maria il seno era piccolino. -
Mentre parlava potei notare che le guance erano talmente rosse da sembrare infuocate.
Era evidente che raccontare quell’episodio le procurava qualcosa che non si poteva certamente identificare come vergogna ma come qualcosa di stranamente eccitante per lei stessa.
- Roberta era lì in piedi a gambe larghe, in una posizione che aveva qualcosa di provocante, quasi a voler mettersi i mostra con forza e quasi a dimostrarlo disse:
” Mamma, visto che mi dicono che sono una bella gnocca, che ne dici se mi tolgo anche gli slip e rimango completamente nuda?”
” Hai visto che cosa hai combinato? ” mi rivolsi a Maria, ” Questa testa di cavolo di tua sorella ha bisogno solo di una piccolissima scintilla per prendere fuoco completamente!”
Ma non finii neanche di parlare che Roberta si era completamente denudata e tra le altre cose rimaneva in piedi e sempre a cosce larghe. -
A questo punto potei notare che mia suocera ogni tanto stringeva le gambe, era il segno evidente che si stava eccitando a raccontare quell’episodio che sicuramente mi avrebbe offerto qualcosa di inaspettato ma a suo tempo enormemente arrapante.
- “Almeno non ti mettere in mostra proprio come una bandiera, stenditi!” le chiesi, ma la mia richiesta non ebbe riscontro.
Roberta continuava a rimanere completamente nuda in piedi di fronte a me.
” Senti mamma, al posto di fare la monaca, perché non ti spogli anche tu?” mi disse con aria provocante.
Le risposi che era una pazza e che una donna sposata con due figlie certe cose non le pensavano nemmeno.
Questa mia frase fece scoppiare a ridere non solo Roberta, ma anche Maria che invece speravo mi potesse dare una mano a convincere la sorella.
Anzi, proprio quest’ultima iniziò un’opera di convincimento per farmi spogliare, Maria fu molto insistente ed io non riuscivo a capire il perché.
” Dai mamma! Hai un bel corpo, perché ti vergogni a mostrarlo alle tue figlie? Cosa aspetti? Dai spogliati anche tu! ”
Ad un certo punto anche Maria si alzò in piedi e solo allora capii che stava per accadere qualcosa di strano, qualcosa di anomalo
Mia figlia iniziò lentamente ad abbassarsi gli slip, quasi facendo la danza del ventre e con dei movimenti degni della più grande puttana mai esistita.
Si girò e chinandosi in avanti finì di sfilarsi gli slip mettendo in mostra da dietro la sua… si insomma… il suo sesso. -
Una pausa, stava sudando.
Si capiva che aveva la bocca asciutta e le parole le stentavano ad uscire non tanto per l’imbarazzo quanto per la gola secca.
Ero quasi tentato di prenderle dell’acqua, ma avevo paura di distrarla dal racconto e che quindi potesse cambiare idea e finirla lì.
- Non riuscivo a capire cosa volessero da me. Mi stavano provocando? Volevano eccitarmi? Ma come potevano pretendere che una madre potesse eccitarsi guardano le proprie figlie? E come potevano delle figlie agire in quel modo?
Maria rimasta anche lei completamente nuda si girò verso di me, la sua intimità era completamente depilata come una neonata.
Sempre con quei movimenti da danzatrice del ventre protendeva in avanti il bacino in modo da mettere la sua… il più in mostra possibile, anzi ad un certo punto piegò leggermente le ginocchia divaricando le gambe e con le mani se la apri con il più volgare dei gesti.
” Dai mamma ma che ti vergogni, guarda che questa l’ hai fatta tu, non ti fa piacere vederla cresciuta? A me farebbe piacere vedere la tua fica. Sono sicura che deve essere enorme e capiente come quella di una vacca!”
Più parlava e più si metteva in mostra. Ero stordita, non sapevo cosa fare! Fu Roberta allora a prendere l’iniziativa.
S’inginocchiò al mio fianco e con decisione iniziò a sfilarmi le bretelle del costume.
A nulla valsero i miei tentativi di ribellione: in un attimo il mio seno rimase completamente scoperto.
” Ahh! Vedi che ti stai eccitando? Hai i capezzoli completamente eretti! ”
” Non è vero! ” dissi, ma era evidente il contrario.
Anche Maria s’ inginocchiò e con una mano mi palpò un seno:
” Accidenti mamma, sembrano ancora quelle di una ventenne! Ma vediamo più giù… sono sicura che è tutta bagnata! ”
Dovevo per forza capitolare, Maria aveva colto nel segno.
Quando mi eccito, anche minimamente, mi bagno a dismisura tanto da bagnare tutto ciò che indosso; Roberta mi prese per le caviglie e neanche usando tanta forza mi divaricò le gambe.
” Ma guarda lì, sei fradicia! Hai tutto il costume bagnato! ”
Maria non stette neanche un attimo a riflettere, quasi mi strappò il costume aiutata da Roberta; lasciandomi completamente nuda. Ero completamente alla loro mercede e non avevo neanche la forza di coprirmi con le mani.
Mi divaricarono le gambe dicendo:
“Che ficona che hai, mamma!” -
Ora era visibilmente eccitata.
La camicia da notte ormai le era risalita oltre gli slip e la mano destra di tanto in tanto andava a carezzare di sfuggita la tetta sinistra.
Effettivamente doveva bagnarsi abbondantemente quando era eccitata, perché sugli slip era comparsa una macchia più scura che prima ero sicuro non ci fosse.
- Con un sorriso maligno e con aria da despota, Roberta prese il mio costume e con l’aiuto di un coltello che avevamo nella borsa del mare, cominciò a romperlo.
” Sei pazza! ” le dissi ” Non ho altro che il pareo di velo! Come torno a casa? ”
“Non ti preoccupare, non sarai la sola! ”
E così facendo prese tutti i costumi e li mise in una busta con un sasso dentro, poi con un tiro quasi da campione la scagliò talmente lontano in acqua che sarebbe stato impossibile recuperarli. Chiesi loro che intenzioni avessero:
” Beh! Di divertirci! ”
Mi risposero entrambe. -
- E allora cosa faceste? - Chiesi io ormai sempre più incuriosito ed eccitato.
Mia suocera continuò a raccontare.
- Dopo che Roberta ebbe buttato i costumi mi presero per sotto le braccia e mi costrinsero a passeggiare sul bagnasciuga.
Mi vergognavo da morire, lì tutta nuda a camminare come niente fosse.
Combinazione volle che se prima la spiaggia era deserta nel frattempo due coppie si erano sistemate non molto lontano da noi.
Feci per tornare indietro, ma loro mi costrinsero a continuare.
Così fui costretta a passare davanti a quelle persone, della prima coppia potei notare che lei ridendo disse qualcosa all’orecchio del suo compagno. Volevo morire. -
- Ma è mai possibile che permettevi tutto questo? Non è che ti creda molto. -
Chiesi con aria stupita.
- Hai ragione, ma ti posso assicurare che è tutto vero. Del resto alla fine capirai che ero praticamente ricattata da Maria e Roberta. -
Rispose mia suocera.
- Ti voglio credere, continua. -
- Non era la prima volta che mi costringevano a fare ciò che non volevo, ma a questo punto non erano mai arrivate.
Una volta davanti alla seconda coppia Maria disse:
” Raccogliamo dei sassi e buttiamoli in mare! ”
Non riuscivo a capire cosa volesse fare, ma non ci volle molto… mi sarei dovuta chinare in avanti per raccogliere i sassi, mettendo in mostra tutta la mia natura.
Fui quindi costretta a quel gioco perverso e dopo i primi sassi sentii i mormorii della coppia dietro di noi, che però non sembrava affatto divertita come l’altra, anzi sembravano molto interessati.
” Vedo che il gioco ti piace! ” disse Roberta ” Stai sbrodolando come una cagna! ”
Effettivamente mi stavo eccitando da morire e avevo addirittura tutte le cosce bagnate.
” Ti vorresti masturbare, vero? Confessa! ”
Avrei dato non so che cosa per godere e quelle due porche delle mie figlie lo sapevano benissimo, fu allora che Maria, ponendosi davanti a me, mi prese la testa tra le mani e mi baciò in bocca. -
- In bocca? -
Chiesi io meravigliato.
- Si, proprio così. Mi baciò con la lingua in bocca. -
Ero frastornato; sorella con sorella, figlia con mamma, che altro mi dovevo aspettare.
Nel frattempo mia suocera era sempre più scomposta, ormai stava a cosce aperte mostrando gli slip in primo piano.
la carezza di sfuggita alla tetta era ormai diventata un palpeggiarsi continuo.
- E poi? -
Imperversai io.
- Al bacio si unì anche Roberta. A quel punto persi ogni remora e incurante di tutto e di tutti partecipai a quel bacio a tre con tutta me stessa mentre le nostre lingue roteavano impazzite.
” Toccatemi… vi prego! Fatemi sentire le vostre mani! ”
Maria e Roberta non se lo fecero ripetere neanche una volta e le loro mani presero a toccarmi dappertutto.
” Ti piacerebbe vederci tornare bambine mentre succhiamo dalle tette? ”
fece Maria
” Si, fatelo… succhiatemi i capezzoli, leccatemi le sise.”
Fu un fuoco improvviso; ci buttammo a terra e iniziammo a fare di tutto.
Con la coda dell’occhio potei vedere che anche la coppia si stava dando da fare, sicuramente erano stati eccitati da noi
Roberta si stese pancia all’aria e mi fece mettere sopra di lei in una posizione a 69 e non ci volle molto a capire cosa volesse, così senza che me lo dicesse iniziai a leccarla e altrettanto fece lei. Sentivo la sua lingua entrarmi nella fica. -
Mia suocera ormai aveva perso ogni inibizione. Parlava usando tutti i termini appropriati senza alcuna censura.
Allora, arrapato come non mai, iniziai a farla parlare con delle domande:
- Ti piaceva il fatto che era tua figlia a leccarti la fica? -
- Si, mi eccitava da morire! Sentire la sua bocca che succhiava tutti i miei umori mi faceva impazzire e mi piaceva anche il sapore della sua micietta ancora acerba. -
- Ti leccava anche il buco del culo? -
- Si, mi infilava dentro la lingua e poi c’infilava un dito. -
- E Maria? -
- Maria si alzò in piedi e a cosce larghe iniziò a masturbarsi violentemente. Avrei voluto leccare la fica anche a lei, ma all’improvviso mi ordinò di cambiare posizione e di stendermi a fianco a Roberta baciandola. Lei invece sempre in piedi si mise a cosce larghe su di noi all’altezza dei nostri visi.
” Sii… falla, falla ora! ” diceva Roberta, ma io non capivo cosa stesse accadendo.
Dopo qualche attimo Maria iniziò a pisciarci addosso; per un attimo rimasi stupita, ma poi quel liquido caldo in faccia e nella bocca ebbe su di me un effetto devastante e senza che nessuno mi toccasse ebbi un orgasmo potentissimo. -
- Fammi capire, ti piacque la pisciata in bocca? -
- Si! Fu bellissimo… e poi era la piscia di mia figlia che mi veniva in bocca e in faccia. Mi schizzava anche sulle tette e quel calore sui capezzoli mi faceva impazzire. -
- E loro come godettero? -
- Maria godette masturbandosi mentre pisciava, mentre Roberta volle arrivare facendosela leccare mentre pisciava anche lei. -
Ormai mia suocera era cotta a puntino, o meglio si era cotta da sola.
Si tirò su completamente la camicia da notte tirandosi fuori le tette che prese a stringersi tanto che sembravano scoppiare.
Si tirava i capezzoli facendoli allungare a dismisura, poi finalmente si decise e si denudò completamente.
Mise le cosce sui braccioli della poltrona come se stesse dal ginecologo e iniziò a masturbarsi furiosamente.
Aveva una fica enorme con delle labbra che le uscivano abbondantemente.
Nel frattempo anche io mi ero spogliato e in piedi vicino a lei iniziai a masturbarmi.
Dopo qualche attimo sborrai copiosamente sul suo viso mentre lei quasi urlava per il suo orgasmo.
Ci fu qualche attimo di pausa.
Poi in tutta fretta la baciai sulla bocca ancora sporca del mio sperma.

- Ora vado via, ma domani dovrai continuare a raccontarmi la tua storia con Maria e Roberta.

4 commenti:

  1. Le porcate piacciono anche a me, ma quella delle pisciate mi fa schifo.
    A mia figlia quando compì 18 anni le pisciai sì in faccia, ma non era piscio ma una ricca sborrata...forse un giorno narrerò su questo sito la mia storia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Forza, dai raccontaci cosa facevi con la tua figlioletta...attendiamo fiduciosi.---

      Elimina
  2. Per CAMBIARE GUSTI PROVATE A LEGGERE SU Annunci69 - "RAZOR" oppure SBAGLI & ABBAGLI forse dalla via del retto, tornerete sulla retta via

    RispondiElimina