*****ROXY E' TORNATA!

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Con grande eccitazione Roxy vi comunica che riparte l'aggiornamento costante del suo blog.Dopo una lunga pausa vi invita tutti a seguire i suoi post dedicati al mondo del sesso e più intrigante erotismo.Buona Lettura

Adult Ego

sabato 16 maggio 2009

LA NUORA - L'APE ED IL SUO NETTARE



Mi chiamo Elena e sono una signora di quasi quarant’anni, separata con un figlio, Marco di 19......Mi considero una donna colta ed emancipata e, soprattutto nelle questioni di sesso, non mi sono mai fatta scrupoli.

Sono cresciuta nella convinzione che nei rapporti con le altre persone, il sesso sia fondamentale per cui, essendo una bella donna, ho avuto parecchie storie sia con uomini sia con donne.
A Marco ho cercato di dare un’educazione molto permissiva cercando di fare di lui una persona libera da inibizioni e pregiudizi.
Un pomeriggio, un paio di anni fa in estate, stavo riposando in camera mia, ero sul letto leggiucchiando una rivista un po’ infastidita dal caldo, poco dopo Marco venne a sdraiarsi vicino a me, per un po’ stette in silenzio poi all’improvviso mi chiese:
“”Ti arrabbi se ti chiedo una cosa?”"
“”Sentiamo?”"
“”Mi fai vedere le tette?”"
“”Non credi sarebbe meglio chiederlo a qualche tua amica?”"
Poggiai la rivista e guardai Marco divertita.
“”Sì, forse… però non le hanno come le tue. E allora…”"
Scoppiai a ridere.
“”E così ti piacciono le tette della tua mamma, eh?”"
Gli dissi scherzando, poi aggiunsi in tono rassegnato.
“”Cosa non farebbe una mamma per accontentare i suoi figli!”"
Mi sedetti sul letto e feci scivolare via la vestaglia rimanendo in mutandine e reggiseno, poi lentamente portai le mani dietro la mia schiena e sganciai il reggiseno e, imitando le mosse di una spogliarellista, lo tolsi lanciandolo lontano.
“”Voilà!”"
alzai le braccia e porsi le mie tette allo sguardo eccitato e divertito di Marco.
“”Esprimi pure il tuo giudizio.”"
Mi stavo divertendo parecchio.
“”Mmhh…”"
“”Tutto qui? Mi aspettavo ovazioni più entusiastiche.”"
“”No! Sono senza parole…”"
Mi sdraiai accanto a lui che non riusciva a togliere lo sguardo dal mio seno.
“”Posso toccarlo?”"
Chiese timidamente. Io Annuii.
La sua mano si posò dolcemente su una tetta e iniziò a carezzarla, quando arrivò al capezzolo non riuscii a trattenere un sussulto e il mio capezzolo si inturgidì fra le sue dita.
“”Così finirai per farmi eccitare!”"
Scherzavo ma non tanto, lui tolse la mano e io mi girai su un fianco per guardarlo meglio.
L’occhio mi cadde sulla patta dei pantaloncini e vidi che era gonfia.
“”Vedo che faccio eccitare ancora anche i ragazzi!”"
Dissi indicandogli il rigonfiamento fra le gambe.
Rise imbarazzato.
“”Beh! Sai com’è…”"
“”Vediamo questo pisellino che scalpita, allora!”"
“”Vuoi che lo tiri fuori?”"
Il suo tono era imbarazzato ed incredulo.
“”Beh! Io ti ho fatto vedere le tette, mi sembra il minimo che tu possa fare per sdebitarti.”"
Si sfilò i pantaloncini e mise a nudo un uccello niente male.
“”Complimenti!”"
Dissi sorridendo.
“”E adesso che intendi fare! Non vorrai lasciarlo così tutto il giorno?”"
“”È il caso che vada in bagno”"
Mormorò quasi fra sé e sé.
“”Ma no!”"
Risposi
“”Puoi anche restare qui, se non ti imbarazza la mia presenza!”"
“”Davvero mamma?”"
“”Certo così potrai toccarmi le tette. Anzi, visto che ti piaccio così tanto ti faccio un altro regalo”"
Così dicendo mi sfilai le mutandine.
“”Non è meglio che masturbarsi da solo in bagno?”"
“”Oddio mamma… sei bellissima.”"
Gli presi una mano e la portai sul seno.
“”Dai, inizia pure!”"
Cominciò a menarselo con foga.
“”Rallenta!”"
Gli suggerii
“”Non vorrai venire subito?”"
“”Hai ragione.”"
Rallentò sensibilmente il ritmo poi, per facilitargli le cose mi misi a cavallo sulle sue gambe, con la sua mano libera percorreva il mio corpo.
“”Adesso fermati un attimo, riprendi fiato!”"
Si fermò continuando ad accarezzarmi, le sue mani si poggiarono sulle natiche, per facilitargli il compito mi sdraiai a pancia sotto e fu lui a sedersi sulle mie gambe mentre continuava a massaggiarmi i glutei.
“”Non ti piacciono solo le tette vedo?”"
Mi girai e lui venne a trovarsi in ginocchio fra le mie gambe, il suo uccello era viola e gonfio, pronto ad esplodere.
“”Dai ora fai godere questo pisellone prima che esploda.”"
Ricominciò a menarselo mentre con la mano libera mi carezzava l’interno della coscia, poi si inarcò ed iniziò a schizzarmi sulla pancia una quantità incredibile di sperma.
“”Mmh… una vera alluvione!”"
Commentai.
Si sdraiò affianco a me esausto.
La cosa aveva eccitato anche, mi accarezzai la figa e sentii il mio clitoride indurirsi.
“”Sai come far venire una donna?”"
Domandai a Marco.
“”Sì… però non l’ho mai fatto.”"
“”È ora che impari. Vieni qui.”"
Gli presi la mano e la portai fra le mie gambe
“”Lo vedi questo bottoncino duro?”"
“”Sì”"
“”Devi carezzarlo delicatamente, poi quando te lo dirò io devi accelerare il movimento. Capito?”"
“”Si! Va bene mamma.”"
All’inizio fu un po’ maldestro ma poi la mano prese il ritmo giusto portandomi alla soglia dell’orgasmo.
“”Ecco adesso… accelera…”"
Strinsi le gambe e venni fra le mani di mio figlio.
“”Bravo. Sei stato proprio bravo.”"
Lo baciai sulle labbra. Era visibilmente soddisfatto.
La cosa finì lì e non ci furono altri episodi del genere.
Qualche mese dopo Marco mi confidò di aver conosciuto una ragazza che gli aveva fatto perdere la testa.
“”Si chiama Monica e dopo una corte serrata da parte mia ci siamo messi insieme, sono molto felice.”"
Gli feci le mie congratulazioni e lo pregi di tenermi informata.
Passò un po’ di tempo, una sera che eravamo a cena chiesi a Marco della sua storia con Monica.
“”Stiamo sempre insieme.”"
Mi rispose soddisfatto.
“”Anzi, mi piacerebbe fartela conoscere!”"
“”Certo, mi sembra una buona idea. Potresti invitarla a cena sabato prossimo?”"
“”Si è una buona idea, sono contento che vi conosciate… sono sicuro che vi piacerete.”"
Attesi con una certa impazienza il sabato sera, ero curiosa ed eccitata all’idea si conoscere la ragazza di Marco e, devo confessare, anche un po’ gelosa.
Finalmente arrivò il sabato sera, alle otto in punto Marco arrivò accompagnato dalla sua ragazza.
Era molto carina, alta e magra, capelli molto corti, aveva un vestitino aderente che metteva in risalto le sue forme ma con molto buon gusto.
Durante la cena Monica si rivelò molto simpatica e spigliata, non mostrava nessuna soggezione tanto che finita la cena la invitai a passare la notte da noi.
“”Naturalmente potrai dormire in camera con Marco se vuoi? “”
“”Certo che voglio!”"
Mi rispose sorridendo e poi rivolta a Marco
“”Hai proprio una mamma in gamba ed anche molto bella!”"
Fui molto lusingata del complimento.
Mi ritirai in camera mia, faceva molto caldo così spogliai e mi misi a letto.
Non riuscivo a prendere sonno, l’idea che Marco e Monica stessero facendo l’amore mi turbava ed eccitava allo stesso tempo.
Mi alzai per andare in cucina a bere qualcosa e non pensai minimamente a mettermi qualcosa addosso, mentre stavo bevendo un bicchiere di vino bianco sentii dei passi alle mie spalle, mi voltai e vidi Monica anche lei nuda che aveva avuto la mia stessa idea.
Non si mostrò affatto imbarazzata, anzi mi sorrise.
“”Fa molto caldo.”"
Si avvicinò.
“”Sei molto bella!”"
“”Anche tu!”"
Le risposi, in quel mentre sopraggiunse Marco, nudo pure lui.
“”Sei qui mamma?”"
“”Abbiamo tutti sete”" dissi.
“”Stavo dicendo a tua madre quanto è bella.”"
Disse Monica, Marco si avvicinò e mi abbracciò
“”Si!”" confermò “”E’ una donna bellissima.”"
“”Vedo con piacere che avete un bellissimo rapporto.”"
“”Si il sesso non è mai stato un tabù fra noi, vero Marco?”"
Lo abbracciai a mia volta.
“”Che bello!”"
Fece Monica
“”Anche per me il sesso non è un tabù, mi piace farlo con le persone che mi piacciono.”"
Si avvicinò a noi baciò Marco sulle labbra poi mi mise una mano sul fianco mi attirò a
se e mi baciò.
Fu un bacio leggero a fior di labbra ma a me tremarono le ginocchia, Monica guardò
Marco poi incollò il suo corpo al mio e mi baciò di nuovo, la sua lingua questa volta forzò le mie labbra e fu un bacio appassionato.
Con la coda dell’occhio vidi Marco che si avvicinava, poi sentii la sua mano carezzarmi la schiena, mi abbandonai fra le loro braccia.
“”Che ne dite di venire in camera mia?”"
Sussurrai all’orecchio di Monica che per tutta risposta m’infilò la lingua nell’orecchio.
Una volta trasferiti in camera Monica s’inginocchiò fra le mie gambe e la sua lingua iniziò a tormentarmi il clitoride, i nostri sguardi s’incrociavano ogni tanto, cercai mio figlio che seduto su una poltroncina che guardava eccitato.
Sollevai Monica e le infilai la lingua in bocca, volevo sentire il mio sapore poi, la feci stendere sul letto e cercai con la mia bocca la sua figa, era ancora piena di sperma di Marco e questo aumentò la mia libidine.
“”Siii… continua!”"
Mugolava Monica.
“”Sei bravissima!”"

L’ape ed il suo nettare

Avevo organizzato la serata da tempo, un bel ristorante e poi a teatro. Un palchetto intero riservato a noi due, per rendere realtà una delle mie prime fantasie erotiche.
Tu non immagini ancora nulla e quando, nel lussuoso foyer, te lo sussurro tra una chiacchiera e l’altra fatta con i colleghi presenti, vedo nei tuoi occhi lo stupore della sorpresa.
La maschera ci fa accomodare e si chiude la porta alle spalle, ci togliamo i cappotti e sedendomi tu mi osservi con desiderio accarezzando con lo sguardo le curve morbide del seno e del fondoschiena che il mio abitino nero ed i tacchi alti mettono ancor più in risalto.
Ti sorrido compiaciuta e ti do un bacio.
Si abbassano le luci, comincia il concerto ed io mi appoggio con i gomiti al bordo del palco, in una posa tra l’infantile ed il malizioso. Il mio culo è a disposizione e l’abito dietro ha una generosa scollatura.
Aspetto la tua mano che arriva quasi subito.
Mi accarezzi i capelli, la nuca e poi scendi a sfiorarmi la schiena; ti avvicini e con la complicità del buio mi sfiori i capezzoli che sento diventare subito duri e sporgenti.
Ti ansimo nell’orecchio - ma cosa fai, guarda che ci vedono - ed ancora - forse dovresti fermarti - ma fa parte del gioco, mi piace fare la parte della verginella traviata e poi questo mio finto pudore ti eccita ancora di più. Non lo vedo, ma sono sicura che il tuo cazzo è già durissimo.
Tiriamo le nostre sedie più indietro; ora siamo completamente fuori dalla visuale dei palchi di fianco, mi allarghi le gambe e vai diretto alla mia figa, dove trovi autoreggenti e perizoma; lo sposti ed inizi ad accarezzarmela: è bagnata, infili due dita dentro e cominci a masturbarmi. Io mi stringo a te e mi attacco alle tue labbra, ti bacio ancora e ancora.
Le luci che arrivano quassù sono fioche, sapere che siamo in mezzo ad altre persone mi fa eccitare molto; ormai non mi interessa più dove ci troviamo, mi muovo avanti e indietro sulla sedia mentre le tue dita mi masturbano sempre più velocemente. Ho gli occhi chiusi e il mio respiro ora è lungo, profondo e sommesso.
- Voglio leccartela - mi dici piano all’orecchio ansimando.
Alzo piano il vestito, mi siedo sul bordo della sedia, prendo la tua testa tra le mani e la spingo sul mio sesso. La tua lingua ora succhia e sfiora il clitoride, prima molto lentamente per poi aumentare il ritmo; mi piace quanto sento la figa che piano piano si schiude, proprio come un fiore. E tu sei l’ape che succhia il mio nettare.
- Ti prego scopami, mettimi il cazzo dentro, ho voglia - ti imploro.
Ci alziamo, mi spingi con la faccia verso la porta, che blocco con il gancio, mi tiri su il vestito.
Sento un tuo dito che si infila dentro la mia vagina, lo inzuppi bene dei miei umori e me lo ficchi nel culo. Ho un sussulto, ma non aspettavo altro. Ci giochi un po’, poi sposti del tutto il filo del perizoma, tiri fuori il cazzo dai pantaloni e me lo sbatti dentro, così, da dietro, mentre davanti mi stringi le tette.
Sentiamo gli applausi del pubblico in sottofondo… abbiamo poco tempo.
- Sei una gran porca - mi dici - non ce la faccio più, sto per venire. -
Mi giro, te lo prendo in bocca e ti masturbo velocemente con la mano. Pochi secondi e mi vieni dentro, sento il gusto salato del tuo sperma.
Mi pulisco con un fazzoletto, tu mi guardi con un misto di gratitudine e libidine
e mi baci.
Ci accomodiamo nuovamente ai nostri posti, si accendono le luci dell’intervallo… una coppia di anziane signore sedute accanto ora ci guarda con sospetto… chissà se avranno sentito qualcosa.

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