*****ROXY E' TORNATA!

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Con grande eccitazione Roxy vi comunica che riparte l'aggiornamento costante del suo blog.Dopo una lunga pausa vi invita tutti a seguire i suoi post dedicati al mondo del sesso e più intrigante erotismo.Buona Lettura

Adult Ego

domenica 2 agosto 2009

ALLA SCALA-AFRICA


Ebbene si, il grande giorno è arrivato. Per Mascia stasera sarà una serata indimenticabile, la sua prima volta alla Scala di Milano!
Violinista per passione, Mascia ha 35 anni e vive in un appartamentino a Milano.
Per anni ha studiato al conservatorio ed ora ci insegna pure e dopo anni di sacrifici ecco arrivare una grande soddisfazione; suonare il Rigoletto di Verdi.
L’opera inizierà alle 21 e lei dal primo pomeriggio è già a teatro per le prova ufficiali!
Orchestra composta da 30 elementi, tutti professori dei più titolati conservatori nazionali.
E’ molto emozionata e tesa, è normale, ha quel senso di eccitazione mista a paura che la rende un po’ strana.
Le prove vanno bene e tre ore prima del debutto staccano per riposare un po’. Tutti nei camerini, Mascia lo divide con una sua collega, anche lei violinista e durante la pausa si rilassano, chi leggendo un libro chi cercando di appisolarsi un po’ per snervare la tensione.
Mascia è molto agitata e decide per sciogliersi di farsi una bella doccia calda. Nel frattempo era arrivato a teatro anche il protagonista dell’Opera, il tenore Alberto, omone sulla quarantina con una buona esperienza alle spalle.
Era sua consuetudine salutare tutti i suoi compagni di avventura prima di ogni opera, sia gli altri attori che i componenti dell’orchestra per fargli un in bocca al lupo.
E così salutati alcuni colleghi passa nei camerini di quelli che non aveva ancora salutato.
Nel frattempo Mascia era andata a fare la doccia e la sua collega era fuori dalla porta del camerino a fumare nervosamente l’ennesima sigaretta.
Alberto arriva di fronte al camerino di Mascia e con il suo solito fare galante saluta Elena, la collega di Mascia, che continua a fumare nervosamente; scambiate due chiacchere ,Elena fa presente che dentro c’è anche una sua collega, ma un po’ per l’emozione un po’ per dimenticanza, non dice ad Alberto che Mascia è in doccia.
Lui quindi bussa cortesemente per farsi sentire, ma non ricevendo risposta decide comunque di entrare.
Mascia stà per uscire dalla doccia e sentendo comunque la presenza di qualcuno chiede: “Elena, mi passi l’asciugamano per favore?
Alberto sentendo la richiesta non dice nulla e si avvicina alla porta con l’asciugamano.
A quel punto Mascia apre il box doccia e……sorpresa
Rimane un attimo di sasso, poi di gran fretta gli toglie l’asciugamano e si copre immediatamente.
Scusate l’intromissione, sono Alberto il tenore, ero passato solo a fare un in bocca al lupo per stasera, non immaginavo foste in doccia.
Mascia si riprese un attimo e vedendo il fare gentile di Alberto si tranquillizzò e gli perdonò il gesto.
Alberto era anche un bell’uomo e questo lei lo aveva notato, ma non si scompose più di tanto.
Però nella stanza non c’era alta temperatura e sentendo un po’ freddo a Mascia gli si indurirono un po’ i capezzoli.
Lui lo notò subito e il suo sguardo rimase per alcuni secondi fisso sulle grazie di Mascia.
Lei accortasi di quello che stava guardando disse: Fa un po’ freddo qui, è per quello che…….
Lui allora tolse subito lo sguardo e arrosì un po’.
Meglio che mi vesta- disse lei e andò nel bagno a vestirsi.
Lui era sempre lì, imbarazzatissimo, ma allo stesso tempo non aveva nessuna voglia di andarsene.
Lei con malizia lasciò la porta del bagno leggermente aperta e una volta di là si tolse l’asciugamano rimanendo nuda. Alberto vista la porta aperta si mise in una posizione dalla quale poteva vedere tutto e sbirciare quanto più possibile. Lei sapeva di avere i suoi occhi addosso e decise di rimanere lì in bella vista. Prese un barattolo di crema per il corpo ed iniziò a spalmarsela dappertutto con fare sinuoso.
Lui era in visibile erezione vedendo quello che stava succedendo, lei continuava a spalmare la crema ovunque, sui suoi ormai caldi seni, sulle dolci natiche, ovunque…..
Alberto era estremamente eccitato da quello che si stava gustando, il suo membro era durissimo.
Aveva un membra molto grosso era facilmente visibile anche con i pantaloni che aveva indosso.
Mascia a quel punto buttò l’occhio su di lui per vedere cosa stesse facendo e notò immediatamente il livello di eccitazione di Alberto e rimase anche lei alcuni secondi stupita da quel membro così enorme.
Si girò di scatto allora e mise una gamba su di una sedia per potersi spalmare meglio la crema.
Lui sempre lì a guardare, ora la vedeva da dietro, quel culo così ben tornito, due chiappe da favola, era eccitatissimo. Lei continuò a sfiorarsi le gambe, a massaggiarle sensualmente provocando anche su di lei un senso di libidine sapendo in che situazione si stesse trovando.
Alberto non resistì, vedendo quelle scene cosi eccitanti ,si mise una mano sui pantaloni, se li slacciò e tirò fuori il suo enorme uccello cominciando a toccarselo con calma su e giù raggiungendo in pochi istanti la completa erezione.
Lei sentendo rumori si voltò leggermente e con la coda dell’occhio vide quello che Alberto stava facendo!
Rimase scioccata da quel gigante uccello che aveva, si voltò immediatamente, facendo finta di niente. Anche lei era eccitata alla vista di quel sesso e inevitabilmente la sua mano andò giù, sempre più giù a toccare la sua fica.
Cominciò piano piano a penetrarsi con le sue dita, ad occhi chiusi, immaginando quale poteva essere la reazione che stava suscitando in Alberto.
Lui era li a pochi passi, con l’uccello in mano, lo stava menando sempre più, ma appena vide quello che lei stava facendo smise di toccarsi e con fare deciso entrò nel bagno.
Lei era girata di spalle, senti solo i suoi passi avvicinarsi sempre più, non fece in tempo a voltarsi che lui era già dietro lei. Alberto non esitò un solo attimo, la prese quasi con violenza da dietro, la mise con le ginocchia sulla sedia le infilò il suo uccello dentro!
Lei urlò, un po’ per la sorpresa un po’ per le dimensioni dell’uccello; non aveva mai scopato con un uccello di quelle dimensioni, ma dopo pochi secondi sembrava proprio gradire.
Lui era allupato, la sfondava quasi con violenza sbattendo avanti e indietro la sua nerchia esagerata!
Lei godeva visibilmente, sentirsi dentro un tale uccello era libidinoso, aveva voglia di tutto!
Mascia in qualche maniera riuscì a placare la foga di Alberto, voleva sentirlo bene quel cazzo, decise di staccarsi da lui, voleva prenderglielo in bocca.
Si giro, si inchino e provò a succhiare quel cazzone così grosso, era enorme, mentre lo succhiava respirava a fatica, non riusciva prenderlo tutto in bocca, ma sentirlo e gustarlo le dava un piacere immenso.
Lui ormai era al capolinea, gli intimò di non fermarsi, di continuare, di non interrompere assolutamente quello che stava divinamente facendo.
Ma lei non voleva terminare così e staccò la sua bocca con grande sorpresa da parte di Alberto.
No, perché hai smesso!- chiese lui. Lei si giro di nuovo a pecora e disse- non voglio finire così, voglio sentirlo ancora dentro!
Lui un po’ arrabbiato e un po’ caricato dal suo desiderio la prese da dietro, la piegò e con decisione lo infilò nel suo culetto.
L’impatto fu tremendo!
Mascia non aveva mai avuto rapporti anali; quella fu una penetrazione inaspettata.
Lei urlò dal dolore mentre lui continuava con veemenza a scoparla da dietro, voleva quasi punirla per il suo gesto e non si fece impietosire da lei che chiedeva continuamente di smettere.
Lui era allo stremo e dopo poche altre penetrazioni esplose tutta la sua sborra dentro di lei, lasciandosi andare altri colpetti di godimento.
Finalmente per Mascia era finita, quel dolore così insopportabile se lo ricorderà per un pezzo, più del suo debutto a Teatro!


Africa

RACCONTO VERO VISSUTO DALLA MIA AMICA GIULIA

Un giorno mentre con il mio cagnolino stavo passeggiando nei giardini pubblici incontro una mia amica di nome Giulia, ci salutiamo, dato che eravamo da parecchio tempo che non ci vedevamo ci sediamo in una panchina e ci mettiamo a chiacchierare, le chiedo dove era in tutto questo tempo e mi dice che era andata insieme al fratello Luca entrambi medici in Africa, poiché facevano parte di un’associazione umanitaria erano stati assegnati per un periodo di alcuni mesi in un villaggio all’interno del continente, incomincia a raccontarmi della permanenza sul posto degli usi e dei costumi, inoltre descrive lo stato di povertà in cui riversa la popolazione, mi dice che se sono fortunati mangiano una volta al giorno, in caso contrario rimangono a digiuno anche per più giorni, ma quello che più l’aveva impressionata della popolazione era l’altissimo numero di bambini, quindi mi viene spontanea una battuta è cioè che nonostante non abbiano molto cibo la voglia di scopare non manca, conoscendola avevo toccato il tasto giusto, infatti mi dice che aveva assistito a delle scene di sesso senza tabù, per gli abitanti di quel villaggio è normale farlo in mezzo agli altri, sicuramente noi con i nostri usi e costumi ci saremmo sognati farlo in quella maniera, mi dice inoltre che in questo senso lei e suo fratello si erano adattati molto bene, incuriosita le chiedo a che cosa si stava riferendo e stuzzicata incomincia il racconto.

Arriviamo al villaggio dopo alcuni giorni di viaggio, il gruppo era formato da me come detto da mio fratello e altri sei persone equamente divisi in uomini e donne, il primo impatto anche se ci aspettavamo il peggio non era dei più belli, infatti nel villaggio vi era un solo ambulatorio, a turno dovevamo accudire visitare e curare gli abitanti, nel villaggio vi erano circa trecento persone, ma ne arrivavano anche da quelli vicini, vivevano con quello che passavano le varie associazioni, la maggior parte delle cibarie veniva rubato dai governativi e rivenduto al mercato nero, anche i medicinali subivano la stessa sorte.

Con i nostri predecessori siamo rimasti il tempo necessario per fare il passaggio di consegna e per una breve descrizione del posto e della situazione del villaggio.

Passavano i giorni, nonostante fossimo tutti volontari, quasi rimpiangevamo aver aderito, si prospettavano tempi molto duri, meno male che c’era mio fratello Luca, mi confidavo spesso con lui di tutto quello che succedeva.

Una sera non avevamo nulla da fare e decidiamo di fare una passeggiata, ci incamminiamo e arriviamo in una radura, c’erano delle luci e si sentivano delle voci, ci avviciniamo e vediamo qualcosa che sul momento ci sbalordì, sul terreno vi erano si e no dieci/dodici persone completamente nudi, gli uomini avevano un pene enorme e facevano l’amore con delle ragazze che avranno avuto non più di quindici o sedici anni, i giovani avevano a metà del pene un anello e non arrivavano a inserirlo tutto nella vagina delle ragazze per paura di far loro del male, sicuramente nonostante fossimo dietro dei cespugli si erano accorti della nostra presenza, ma incuranti continuavano a fottere, devo dire che la situazione mi aveva messo un certo appetito, anche perché ero già da diversi giorni che non scopavo, cosa inusuale per me in quanto ho un bisogno di fare l’amore almeno una volta al giorno, notavo che anche Luca non era insensibile alla scena, infatti si intravedeva il bozzo nella patta, avendo come già detto, molta confidenza, gli faccio notare le sue condizioni prima di rispondere apre la zip e tira fuori il cazzo, non è enorme come quello dei giovani neri, ma non è neanche piccolissimo, incomincia a menarselo senza problemi (quando frequentavamo l’'università occupavamo la stessa casa e spesso dopo i primi imbarazzi avevamo preso l’abitudine di girare nudi per casa, avevo sempre desiderato essere scopata da lui ma non glielo feci mai capire), ero talmente presa da quelle scene che inconsapevolmente prendo in mano il cazzo di Luca, il quale non si fa pregare, la mano che prima occupava il cazzo scivola dentro i miei pantaloni e mi titilla il clitoride, si accorge che sono completamente bagnata non ha bisogno di lavorarmi molto, infatti dopo alcuni minuti raggiungo l’orgasmo, cosi come fa mio fratello bagnandomi la mano, ci ricomponiamo e senza parlarci rientriamo nel villaggio, la capanna dove dormivo aveva due stanze, uno era a mia disposizione, mentre l’altra era occupato da Rita un’infermiera Milanese molto bella, entro in casa e noto che la sua stanza è nonostante la tarda ora illuminata, busso e dopo avermi detto avanti entro, era sdraiata nel lettino, indossava un intimo di colore nero, il colore faceva risaltare la sua carnagione bianca, aveva un seno ben fatto e abbastanza grande, stava leggendo un libro, però noto che era messo alla rovescia, spudoratamente glielo faccio notare e lei diventa tutta rossa, a questo punto mi dice che si stava rilassando con un vibratore che si era portata da casa sua, le chiedo come aveva fatto a farlo passare in aeroporto, e mi risponde lo aveva messo dentro la vagina per non essere visto in caso di controllo dei bagaglio, alza il lenzuolo e me lo mostra, ha ancora l’odore della figa, gli dico che non ha nulla di cui vergognarsi, che anch’io a volte quando non ho a disposizione un uomo spesso faccio uso di questi sistemi, rincuorata dalla mia affermazione si avvicina e mi da un bacio sulla guancia e senza capire il perché mi dice grazie, quindi la saluto e vado a dormire.

Devo dire che gli ultimi avvenimenti mi avevano assai turbata, vado a letto ma non posso non pensare prima a quello che era successo nella radura con mio fratello poi in camera di Rita passo praticamente il tempo che mi occorre per dormire a masturbarmi.

Il mattino successivo esco dalla mia stanza e incontro Rita, la quale forse pensando che andassi a dire agli altri quello che avevo visto si avvicina e i dice se era possibile che quello che aveva visto la sera prima rimanesse un segreto tra di noi, le dico che non doveva neanche pensarlo, in quanto capisco benissimo le esigenze che può avere una donna, quindi andiamo in camera sua per bere un caffè, mentre mi porge la tazza sfiora la mia mano con delicatezza, quel contatto mi mette i brividi seguito dallo uno sguardo pieno di desiderio, chiudo la porta la prendo tra le mie braccia e la bacio in bocca con passione, Rita contraccambia il bacio, sembrava non aspettasse altro, dopo un po’ di limonare ci stacchiamo e mi dice che aveva bisogno di un’amica in tutti i sensi, mi chiede di non far capire agli altri del gruppo la loro intesa, per me non c’erano problemi, usciamo e ci rechiamo nell’ambulatorio, qui troviamo come al solito lo stuolo di ragazzini da medicare o vaccinare, gli abitanti del villaggio sono quasi tutti nudi non perché non hanno di che vestirsi ma perché sicuramente si sentono a loro agio svestiti, in fila c’è un ragazzo che ad occhio e croce avrà circa sedici/diciassette anni, la prima cosa che noto è l’enorme pene, a riposo è lungo almeno trenta centimetri, non riesco ad immaginare quale lunghezza possa raggiungere una volta duro, manco a farlo apposta mi dice che è proprio il pene la parte da medicare, mi mostra la ferità e noto che ha un profondo graffio tra i testicoli e l’attaccatura del cazzo, mi metto i guanti e prendo in mano il pene, devo dire che mi fa uno strano effetto averlo in mano per medicarlo e non per farlo mio, prendo del disinfettante e lo passo nella ferita, sicuramente gli brucia in quanto sento che ha un sussulto sento il sangue raggiungere la cappella e ingrossarsi pian piano, finisco di medicarlo e lo mando via, al momento di uscire si gira e mi fa un sorriso e mi dice grazie, in quelle condizioni il cazzo gli arriva leggermente sopra il ginocchio, verso l’ora di pranzo stacco e vado in sala mensa, qui c’è Luca intento a consumare il pasto, mi chiede come è stata la mattina, gli dico che era stata abbastanza faticosa e gli racconto l’episodio del ragazzo, mi dice che a lui è capitata una ragazza pressappoco della stessa età, lei aveva una lacerazione tra la coscia e le labbra della fica, devo riconoscere che questi erano due casi abbastanza singolari, specialmente perché capitati a noi due, comunque dopo pranzo vado in camera per cercare di riposare, dopo un po’ che sto sdraiata sento bussare, apro e nell’uscio c’è Rita le dico di entrare, si accomoda nell’unica sedia della stanza mentre io mi siedo nel letto, mi chiede come sto e rispondo di stare abbastanza bene, quindi si alza si avvicina mi fa sdraiare e mi bacia dappertutto, sembra assatanata, mi scosta le mutandine e mi tocca la vagina gia bagnata, dalla tasca prende il vibratore e me lo mette dentro, nonostante tutto è abbastanza piacevole fare l’amore con una donna, è bravissima mi spoglia completamente mi bacia e mi lecca sul tutto il corpo, raggiungo l’orgasmo in un battibaleno, ora viene il suo turno, ricambio la cortesia completamente nuda noto che fa un bellissimo corpo, sodo come quello di una ragazzina le tette sembrano di marmo, è un piacere succhiarle i capezzoli, è bagnata come una fontana, la scopo con il vibratore ma non sembra bastarle, lo tolgo e le metto tre dita dentro, li risucchia come una ventosa, entra praticamente tutta la mano dentro, la guardo e vedo che la mano è dentro fino al polso, non le basta mai, gode come una pazza alla fine ci corichiamo abbracciate fino alla sera. Verso le venti ci rechiamo in mensa, mio fratello come ci vede mi fa un sorrisino di complicità, mi siedo vicino a lui e all’orecchio mi chiede se me la sono fatta, con la testa faccio segno di si, contento mi da un bacio, al termine della cena usciamo io e lui, mi chiede se facciamo la solita passeggiata, ormai era diventata un consuetudine, ci allontaniamo di circa un chilometro, ad un certo punto mi prende per mano e mi conduce sotto alcuni alberi, mi dice che ha una voglia pazza di scoparmi lo guardo arrabbiata, in quanto non c’è mai stato nulla che potesse pensare ad autorizzarlo a farmi una proposta del genere, forse si era sentito autorizzato per l’episodio successo l’altra sera, infatti rimane un po’ spiazzato, ma non mi va di deluderlo gli do un bacio sulle labbra e lui si appiccica come una ventosa il bastardo tira fuori l’uccello e me lo mette in mano, mi alza la gonna e mi sfila la mutandina, mi ficca il dito medio dentro, a questo punto sono troppo eccitata, salto su e mentre lui è in piedi mi infilo il cazzo dentro, mi appoggia ad un albero e mi scopa come un forsennato, raggiungiamo entrambi contemporaneamente l’orgasmo, si sfila e si siede per terra vedo che è ancora duro, quindi mi siedo sopra, e bello averlo dentro mi da una sensazione di potere e nello stesso tempo di benessere, stiamo in quella posizione per un paio di minuti finchè luca si accorge che abbiamo un guardone a pochi passi, si alza e va incontro si tratta di un gorilla maschio il quale aveva il proprio pene in mano, lo prende per mano e lo fa avvicinare dove ero io, ho ancora la figa nuda si avvicina e mi passa la rugosa mano nelle grandi labbra, ho un sussulto di eccitazione, quel bastardo di Luca lo fa sedere e lo aiuta a introdurmi il cazzo dentro, entra un po’ a fatica in quanto e molto grosso comunque sono molto elastica e spingendo un po’ riesco a farlo entrare, mi scopa come un forsennato, dopo volevo provare alla pecorina perché volevo sentirlo anche in culo, guidato da mio fratello mi punto il cazzo nel culo e spinge come un forsennato, riesce a farne entrare la meta, devo dire che sulle prime e assai doloroso, dopo incomincia a piacermi, mentre il gorilla è intento a scoparmi Luca piazza il cazzo nel culo dell’'animale, questi emette un urlo pazzesco, la reazione è che si stacca e scappa urlando, mio fratello rimane con un palmo di naso, ci guardiamo in faccia e scopiamo a ridere come scemi, comunque paga della scopata mi rivesto e rientriamo nel villaggio, ogni tanto mi ricordavo della scena del il gorilla che con la mano in culo scappa mi viene da ridere, entro dentro la mia stanza e vedo Rita mi guarda e mi chiede che cosa mi faceva ridere cosi tanto e gli racconto la scena, all'inizio noto la sua espressione di gelosia, poi come finisco di raccontare la scena della scimmia che scappa con il culo in fiamme si mette a ridere. Il primo mese passa abbastanza velocemente anche perchè allietata da tutti questi episodi che assolutamente non erano stati messi in previsione, i giorni passavano tra il lavoro nell'ambulatorio e le passeggiate con Luca, quasi sempre culminanti con una scopata, all'ultima aveva partecipato anche Rita, ma avevo notato che non era proprio a suo agio tra le mani di un uomo, infatti appena poteva si buttava tra le mie braccia, sapeva baciare in un modo angelico, forse i baci che dava lei non li avevo ricevuto nemmeno da un uomo, però non me ne fregava niente a me piaceva il cazzo vero e non quello in gomma questo lo riservavo solo in momenti di assoluta solitudine, a proposito di cazzi oramai io Luca e Rita all'insaputa di tutti gli altri componenti la missione formavamo un trio fatto sopratutto di sesso, avevo imposto a Rita che quando dovevamo scopare doveva esserci sempre anche Luca, una sera con Luca avevo progettato di fare uno scherzo a Rita, usciamo e ci rechiamo nel posto in cui avevamo visto la prima volta gli indigeni scopare in gruppo, arriviamo e troviamo il ragazzo al quale avevo curaro il pene, con quel poco che sapeva di italiano gli facciamo capire che lo invitavamo in casa per mangiare qualcosa, questi si dimostra subito entusiasta, concordiamo per la sera successiva, Rita finiva il turno verso le dieci di sera, il ragazzo arriva verso le otto, lo facciamo accomodare e gli diamo da mangiare, dopo gli spiego che gli avremmo bendato gli occhi e che avremmo usato il cazzo per fare una sorpresa a una persona, senza chiedere nulla accetta, prima dell'arrivo di Rita lo nascondo nell'armadietto, appena entra in camera mi butto subito addosso, dimostra subito di gradire l'accoglienza, in un batter d'occhio si spoglia e la stessa cosa faccio anch’io, dopo alcuni secondi arriva Luca, a sua volta si spoglia e incomincia a scoparmi, ci mette sempre tanto impegno, infatti mi fa raggiungere l'orgasmo in un attimo, stranamente anche Rita reclama la sua parte di cazzo, si mette alla pecorina e Luca la pompa mentre lei mi lecca la figa, faccio un cenno a Luca, si stacca e fa uscire il ragazzo dall'armadio, gli prende il cazzo in mano e lo fa diventare duro come il marmo, è grandissimo lo punta verso la figa di Rita e accorgendosi che la mazza era di dimensioni diverse si gira e fa per scostarlo, la tengo ferma per le braccia mentre il ragazzo aiutato da Luca la scopa come un forsennato, quel bastardo mi Luca allarga il culo del ragazzo e lo incula, entra subito sicuramente non era vergine, il trenino funzione anche Rita riprende a godere e a leccarmi la figa come un matta, manco fossimo sincronizzati arriviamo a godere tutti insieme, il ragazzo si stacca e prende in bocca l'uccello di Luca lo ripulisce per bene poi va via.

Dal giorno Rita preferisce il cazzo alla figa, infatti oramai fa copia fissa con Luca.

Al nostro rientro in Italia oramai stanno sempre insieme, spesso mi trattengo con loro per un simpatica rimpatriata.

Il racconto fatto da Giulia mi aveva fatto eccitare come un pazzo, le chiedo se aveva del tempo a disposizione e immaginando cosa volessi mi dice di si, ci avviamo verso casa mia e passiamo tutta la notte a scopare.


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