*****ROXY E' TORNATA!

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Con grande eccitazione Roxy vi comunica che riparte l'aggiornamento costante del suo blog.Dopo una lunga pausa vi invita tutti a seguire i suoi post dedicati al mondo del sesso e più intrigante erotismo.Buona Lettura

Adult Ego

lunedì 30 maggio 2011

Madame-L'inserzione-La Credente e L'onda


Dal concorso "Delizie"



MADAME
di GIUSEPPE AGNOLETTI



Parcheggio sotto casa e salgo le scale come un fulmine. Suono il campanello, Madame apre. È una pantera, una gatta ricoperta di pelle scura. Sul viso una mascherina di seta nera. «Buonasera.» dico. Replica con un miagolio lungo e caldo, un rantolo che mi dà un brivido. Non parla. Mi tira dentro per la cravatta, va per le spicce. Mi spoglia, soffia e agita la coda; è già eccitata, e io m’abbandono al gioco di una professionista. La conosco, bisogna lasciarla fare. Poi il suo fiore oscuro e gonfio di desiderio mi accoglie. E niente ha più importanza. È finita. Sono svuotato e stanco. Recupero le mie vesti. Mi volto e getto in aria una banconota verde da cento. Madame l’afferra al volo mentre gli occhi le brillano impudici. «Buonasera.» «Miaoooo» rantola di nuovo. Mi lecca la guancia. La lingua scivola sul collo ed è meglio che vada. Scendo con calma. Fuori dal portone consumo una sigaretta in quattro boccate. Poi apro la macchina, prendo la borsa, ritorno sui miei passi. Salgo le scale e suono lo stesso campanello. «Ciao, tesoro» sorride la faccia ordinaria di mia moglie. «Ciao, cara.» Entro e mi affloscio sul divano. «Giornataccia in ufficio, vero?» Faccio di sì con la testa, senza parlare. «Fra poco è pronto!» trilla dalla cucina il mio simpatico leprotto domestico. Sento un profumo delizioso e mi chiedo cosa abbia preparato. Con la coda dell’occhio scorgo una calza a rete seminascosta dietro un cuscino. Sono un uomo baciato dalla sorte. Ma cosa succederà quando avremo dei bambini?



LA MORTE È UNA SIGNORA CHE VA A BRACCETTO COL PREGIUDIZIO

diMATTEO MANCINI

Fu quando il sole copulò con la luna che la lussuria proliferò sulla Terra, e la mia vita venne spezzata. «Viene a vedere l’eclisse, qui, sul promontorio?» mi chiese una lupa travestita da pecorella. Accettai, forse per via dell’intelligenza che la giovane mi aveva dimostrato nelle lezioni che impartivo ai tanti trovatelli di cui ero il precettore. Rammento la lunga salita sui prati in fiore e poco altro, se non l’avvento della massa discesa sul metallico bagliore lunare. Mi sdraiai sull’erba e lei… si, doveva avermi stregato, compiuto un chissà quale sortilegio, poiché me la ritrovai sopra, nell’attimo in cui l’eclisse raggiunse il suo apice. «Ti ho liberato, ora, amore mio» mi sussurrò, aggiustandosi i capelli dietro le spalle. Era nuda, col corpo velato di sudore e due mammelle che spiccavano dal gracile corpo da adolescente. Mi parve di vederla luccicare, quasi fosse scaldata da un fuoco che le ardeva nelle viscere. Strinse le cosce sul mio bacino e io… Dio, ero schiavo di un torpore figlio del maligno piacere offertomi da quella lingua che mi scivolava sul petto, sulle labbra. Che orrore ammetterlo, provai estasi, piacere. Diffusi il mio seme benedetto nel ventre di quella serpe e solo allora riconquistai il senno. Le allungai le mani sul collo e strinsi, strinsi forte, ma era troppo tardi! Ora sono chiuso in queste quattro mura a osservare la luna da una griglia arrugginita. Le preghiere del cappellano non mi salveranno: ho tradito il voto. Le fiamme sono ciò che merito. L'INSERZIONE di ORIETTA BRASILI La luna guardava benevola i due amanti. Due corpi allacciati in un famelico amplesso, con i respiri persi l’uno nella bocca dell’altro. Le mani toccavano ardite parti del corpo proibite. Il sesso di lui premeva con urgenza nella dolce spirale di lei. Le spinte si susseguivano sempre più forti. Lei morbida, pronta per posizioni ancora più audaci; lui duro, urgente nell’attesa di esplodere. La lingua famelica leccava e succhiava i rosei capezzoli, come due piccoli fiori umidi di rugiada. Le gambe intrecciate, serrate nell’ultimo grido, quasi una preghiera per ringraziare la Dea dell’orgasmo donato. Sfiniti si abbandonarono al sonno. L’inclemente luce dell’alba bruciò via la magia della notte, sorprendendoli nudi, in un letto sfatto, macchiato di sudore, di seme buttato. L’uomo si alzò. Prima di uscire lasciò alcune banconote sul comodino. Lei aprì gli occhi. Odiava l’arrivo di ogni nuovo giorno. Si accese una sigaretta e si versò l’immancabile dose di Martini. Guardò il bicchiere con un ghigno. Il suo unico alleato, l’unico modo per rendere sopportabile il tormento. Bevve tutto d’un fiato, brindando al suo perduto amore, alla felicità affogata nella fatale curiosità umana. Ora aveva bisogno di una doccia, per togliersi di dosso il fetore e l’impronta del maiale che l’aveva usata. Prima però doveva telefonare al giornale, riconfermare l’annuncio e proseguire nella sua eterna ricerca. Sempre la solita inserzione: “AAA – Psiche cerca disperatamente Eros”.



LA CREDENTE E L'ONDA

di FABIO BUSIELLO Nomade.

L’intenzione è nomade. Cerca la virtù che nascondi tu. Un’onda si spinge, tinge le tue caviglie piene di voglie: tremano come foglie. La pioggia arriva a battere la battigia, la schiuma grigia lungo di lei s’adagia. «Senti che vento» e ciò che senti sento. La pioggia insiste «mi sento così triste.» Mi faccio accanto. Il mare intona un canto. Ansima, la tua carne trepida, vuole il suo conforto, vuole essere porto. Libere, dita senza remore, corrono su te. Chiedono di te. Posso io fonderti e confonderti. Basta tu mi dica sì e battaglia sarà qui. «Cosa fai adesso?» il brivido è lo stesso. «Solo un momento» e il pudore s’è spento. Vibrano i corpi: i sensi son risorti. L’urto di un’onda ora ci affonda. Tutto scompare, nulla più conta. Timida. Tumultuosa e liquida, vuoi le mie intenzioni. E le mie attenzioni. Intrepida, la mia mano impavida scende tra i tuoi seni, tra i tuoi desideri. Slacciati, quei divieti stracciali. S’apre una voragine, ti muti in vertigine… tutto si fa indagine... e non c’è più caligine. «Guarda, l’ho tolta» ti scopro disinvolta. «Contento adesso?» sorridi molto spesso. Ogni carezza si unisce a questa brezza. Ogni sospiro diventa il tuo destino. Ogni tuo gesto scivola nel contesto: è una bestemmia che fa paura, ma è solo il gioco della natura. Tutto è perduto: tranne l’inconosciuto…

1 commento:

  1. Stupendo, scritto da un poeta. Senza offes non è qui che costui scriva, scriva un libro, sarà un best-seller. auguri !!!

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