*****ROXY E' TORNATA!

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Con grande eccitazione Roxy vi comunica che riparte l'aggiornamento costante del suo blog.Dopo una lunga pausa vi invita tutti a seguire i suoi post dedicati al mondo del sesso e più intrigante erotismo.Buona Lettura

Adult Ego

mercoledì 20 maggio 2009

ESPLORANDO LA PASSIONE


paroleros021
Un'altra
serata con Luca, il solito rapporto privo di tutti quei corollari atti a
renderlo unico e appagante. Milù si era lasciata prendere da lui sul divano
della sala, unica concessione trasgressiva alla norma del letto. Lei aveva
proposto di spegnere la luce e aprire le tende in modo da avere l’impressione di
farlo di fronte a tutta la città: un innocente espediente per donare un po’ di
sapore piccante al loro accoppiamento. Com’era prevedibile Luca si era rifiutato
adducendo banali e futili scuse.


Milù aveva in mente l’avventura vissuta pochi giorni prima con l’amico di chat e
ricordava ogni minimo dettaglio del loro incontro. Inevitabilmente paragonò le
mani del suo ragazzo con quelle dell’uomo, il sui baci con quelli di lui e la
violenta passione con la quale l’aveva presa con il dolce distacco di Luca. Era
giunta all’orgasmo più per merito di queste memorie che per l’abilità del suo
amore.

Come il solito lui si accomiatò verso le classiche undici di sera e Milù rimase

da sola a meditare sul loro rapporto. Accaldata decise di rinfrescarsi prima di
andare a dormire.

Durante la doccia iniziò a sentirsi meglio, il delicato massaggio dell’acqua

tiepida rinnovava in lei il ricordo di quelle mani stupende che aveva provato
sulla propria pelle. Stava godendosi questa nuova sensazione quando squillò il
telefono.
-

Ciao, Luca è già andato via … immagino! – disse la voce dall’altro capo
appena lei rispose.
-

Ciao, Chiara! Si, lo sai che lui va sempre a dormire presto … gli esami!-

Ok, meglio. Senti, sarò brevissima, sto per uscire. Preparati che tra
meno di un quarto d’ora ti passo a prendere.
-

Ma … ma sono sotto la doccia!-

Hai scopato, vero?-

Lasciamo stare … ok?!-

Anche tu … tra quindici minuti siamo da te!

-

Ma ….


Non riuscì a protestare ulteriormente poiché Chiara aveva già messo giù la linea; guardò la sveglia che teneva sul mobile del bagno, segnava pochi minuti prima della mezzanotte. Era indecisa sul da farsi, normalmente avrebbe declinato l’invito dell’amica adducendo come scusa la stanchezza, ma la realtà era che non

voleva uscire da sola, senza Luca. Questa volta, però, sentì come una pressione
allo stomaco che la spingeva ad agire. Si preparò in fretta ma con cura, scelse
l’abbigliamento che meglio le si confaceva evidenziando i lati positivi del suo
fisico come le lunghe gambe e i bei fianchi valorizzati dalla vita sottile. Il
seno non era il massimo ma sapeva che l’attenzione dei ragazzi si sarebbe
fermata sulle gambe e il sedere, se esposti nel modo giusto.

Quando Chiara la chiamò nuovamente era sotto casa sua in attesa. Milù si

precipitò in strada e la trovò in macchina da sola. Aveva sperato che arrivasse
in compagnia di qualche amico; non che avesse delle idee particolari in mente,
ma la compagnia maschile l’avrebbe aiutata a verificare se veramente iniziava a
staccarsi da Luca.

Mascherò la delusione e salì in macchina al fianco dell’amica. Dopo i

convenevoli di rito Chiara l’aggiornò sul programma: avevano appuntamento in un
locale dove si sarebbe esibita una band di suoi conoscenti. Milù si dichiarò ben
disposta e incitò l’amica ad avviarsi. Nel tragitto Chiara, che la conosceva
ormai da anni, intuì qualcosa di diverso in Milù. Delicatamente indagò sul suo
stato d’animo finché lei si aprì e scarico sull’amica tutto ciò che aveva fatto
e pensato quella sera. Chiara l’ascoltò senza interrompere fin quando disse,
lapidaria com’era suo stile:

-

C’è poco da fare. O sconvolgi lui, se ancora ci tieni, o sconvolgi te!-

Che vuoi dire. – domandò Milù.

-

Dico che la situazione è in stallo. Lui ha trovato in te una ragazza
bella e brava, disposta ad aspettarlo mentre si crea la sua vita e il suo
futuro. Però non è disposto a ripagarti per questo … o non n’è capace, questa è
una cosa che devi dirmi tu.
-

Cosa?

-

Se è capace di ripagarti del tempo e dell’amore che gli dedichi e … dei
tuoi anni migliori passati ad aspettarlo.

-

Non lo so … certo, lui mi ama; ma non … non c’è! Insomma, non mi da tutto
quello che desidero, soprattutto nello specifico del sesso.

-

Appunto! Quindi puoi provare a dargli una bella botta per vedere se
cambia in meglio. Se non cambia in meglio la botta la dai a te!

-

La botta me la faccio dare … intendi!

-

Però! Vedi che quando vuoi sei sveglia! – disse con un gran sorriso
Chiara.

-

Sei sempre la solita! – incalzò Milù – Ma allora … che faccio?

-

Devi decidere tu, l’ami … ancora?

-

Forse!

- Ma, bene! Sino ad ieri avresti risposto: “ Sì, certo che lo amo”; ed ora

che fai? Mi rispondi: ”Forse!”

-

Hai ragione, ma sono confusa. Non so più cosa provo per lui, questa sera
mi ha delusa troppo.

-

Separerai la Terra dal Fuoco, il sottile dallo spesso … ma dolcemente e
con grande industria. Perché sale dalla Terra al Cielo e nuovamente discende in
Terra ricevendo forza dalle cose superiori e inferiori. – disse ermeticamente
Chiara.

-

Cosa? – domandò Milù stupita e ancor più confusa – Ti sei bevuta il
cervello o hai nuovamente testato uno dei tuoi infusi omeopatici?

-

Scusa, mi lascio sempre coinvolgere da ciò che sto leggendo! Intendevo
dire che dovresti estraniarti dal tuo corpo e osservare te stessa dal di fuori.
Riuscire, quindi, a non coinvolgere i sentimenti, piacevoli o spiacevoli che
siano, nella tua analisi. Quando avrai ottenuto dei risultati da quest’esame,
ricollega i sensi e lascia proporre anche a loro una soluzione, quindi valutale
tutte e due, quella razionale e quella irrazionale; non devi farne una media ma
unirle in modo che una tragga forza dall’altra … – stava spiegando Chiara.

-

Scusa, ma un sistema più veloce non c’è? – intervenne Milù.

-

A me piaceva la spiegazione che ti stavo dando, ma questa sera non sei in
vena per queste cose, scusa! Hai ragione!

Decidi solo se vuoi dargli un'altra possibilità

o meno, il resto verrà da se.

-

Si, questo è il punto cruciale.

-

Tutto gira intorno a questo: vuoi dargli un'altra possibilità? – domandò
Chiara

-

Glielo devo!

-

Allora dovrai trovare un modo di smuoverlo

-

Si, ma non è facile!

A proposito … la botta a me l’ho già data! –

confessò con un sorriso Milù.-

Cosa ?!-

Si, ti avevo parlato di quell’uomo conosciuto in chat, ecco … l’ho fatto
con lui!

-

Ma tu guarda questa …!

Racconta ..dai!


Milù riferì gli avvenimenti di quel magico pomeriggio all’amica, senza omettere alcun particolare. Notò con piacere che Chiara si stava eccitando mentre

procedeva con il racconto, lo capiva dalla luce che vedeva nei suoi occhi e da
come muoveva le gambe azionando la pedaliera dell’auto. Stimolata da ciò si
ritrovò a descrivere con voce sempre più calda le emozioni che aveva provato, le
attenzioni che aveva ricevuto; ogni particolare insomma, anche quelli finali.





-
Lo hai fatto venire dentro?!



Ma tu sei pazza!



-
Dai, non correvo alcun rischio in quel periodo e … non potevo rinunciare
provare anche quello.

-

Ti ha proprio sconvolta quell’esperienza … un po’ t’invidio!

Ok, siamo quasi arrivate. Scollega il cervello e

divertiti, ti serve un po’ di sana distrazione.

-

Grazie … cosa farei senza di te?-

Ti faresti tutti i tuoi amici di Chat! – terminò Chiara ridendo.


Entrarono nel locale che il concerto era già iniziato e faticarono a trovare gli amici nella calca. Soliti saluti, classici convenevoli e si ritrovarono a ballare al ritmo vagamente afro suonato dai loro amici.


Milù si allontanò da Chiara vedendola preda o predatrice in un duplice
corteggiamento, pensò che in quel momento non aveva certo bisogno di lei. Si
ritrovò quindi a danzare da sola a lato della improvvisata pista. Con gli occhi
chiusi andava dietro la cadenza delle percussioni, amava quel genere musicale,
sentiva i colpi decisi dei bassi entrare nel suo corpo e guidarlo nei movimenti.
Tempo prima aveva anche frequentato un corso di danza afro e lì aveva imparato a
seguire la musica non con le gambe ma con il bacino. Fu come un’illuminazione
per lei scoprire che il suo istinto la portava a muoversi in quel modo.


Ballando non si accorgeva di quanto potessero apparire eccitanti agli occhi di

un uomo le lente evoluzioni delle anche e del bacino. Il ventre si muoveva
sensuale richiamando l’attenzione di coloro che le stavano intorno. Di lì a poco
la sua concentrazione fu bruscamente interrotta da Chiara la quale stava
tentando di disfarsi di uno dei due corteggiatori offrendolo a lei. Il ragazzo
fissò per un lungo istante Milù intenta a seguire la musica, poi si presentò con
le solite banali parole. Subito lei lo valutò come una seccatura ma doveva
occuparsene per dare il tempo all’amica di sedurre l’altro. Notò che, nonostante
l’apparente insipienza, si muoveva bene, come lei seguiva naturalmente quel
ritmo ancestrale. Lo rivalutò, almeno dal punto di vista istintivo.



Tra una sezione e l’altra dello spettacolo si riposarono ad un tavolo e qui
scoprì che l’apparente mancanza di attrattive era, in realtà, solo una grande
timidezza. Decise di metterlo a suo agio in modo da sbloccarlo, anche perché
iniziava a vedere in lui delle potenzialità nascoste. Il modo in cui muoveva le
mani le ricordava in maniera impressionante l’uomo della chat, il suo
occasionale amante. Si accorse che avevano molto in comune: lo sguardo, ad
esempio, che spaziava dai suoi occhi alle gambe senza imbarazzo. Le piaceva il
contrasto tra la notevole timidezza nel parlare e la sfrontatezza dello sguardo.
Era chiaro che in lui convivevano due nature in perenne conflitto, la sensualità
e il desiderio si scontravano con la timidezza, vincendola quando si trovava di
fronte ad una ragazza attraente. Milù si stava interessando pericolosamente a
lui e lo sapeva, ma non fece nulla per impedire agli eventi di evolversi.



Quando ripresero a suonare e gli amici tornarono a ballare loro rimasero lì,
l’uno a fronte dell’altra impossibilitati a comunicare dalla musica. Iniziò
quindi un lungo dialogo tra i loro corpi fatto di gesti e di mosse. Lei
controllava dove gli occhi di lui si posavano e si divertiva ad attirarli verso
le varie zone del suo corpo spostandosi, inspirando, accavallando le gambe,
chinandosi verso di lui, sistemando i capelli, scostando una spallina del
vestito o sistemando l’orlo del vestito. Le piaceva essere sottoposta a quella
silente esplorazione. Lui la seguiva fedelmente, reagendo esattamente come lei
si aspettava.



Senza averlo previsto o cercato razionalmente, Milù si eccitò. Gli occhi del
ragazzo premevano sul suo corpo e lei ne percepiva psicologicamente il tocco. Ad
un tratto ebbe una visione: l’immagine di Luca sulla porta di casa sua mentre
usciva quella stessa sera, ma la ricacciò prontamente da dove era venuta. Libera
da ogni condizionamento avvicinò il viso a quello del ragazzo canticchiando le
parole della canzone che era diffusa nella sala e fissandolo negli occhi. Arrivò
a pochissimi centimetri da lui solleticandogli il naso con i capelli, si sentiva
in preda ad un’euforica eccitazione, vedeva quel ragazzo bloccato dalla sua
sensualità e se ne compiaceva. Stava per ritrarsi da lui, sfuggendo
all’inevitabile tentativo di bacio per tenerlo ancora un po’ sulle spine, quando
percepì la sua lingua sulle labbra. Istintivamente aprì la bocca e si fece
ancora più incontro a lui. Si unirono in un bacio carico di così tanta passione
che Milù ne fu sconvolta, non si aspettava che sapesse muovere la lingua con
tanta abilità.



In quell’istante sparì tutto: la musica, gli amici e la gente che avevano
intorno. Esistevano solo loro due e il desiderio che stava crescendo. Milù si
avvicinò ancora di più a lui scivolando sul divanetto senza staccare le labbra
dalle sue. Finalmente avvertì una mano che si appoggiava sulla vita e subito
dopo un'altra sulla nuca. Mugolò la sua approvazione mentre sperava che le
carezze si facessero presto più intime e particolari. Pensò di stimolare la
fantasia del ragazzo aprendo leggermente le gambe, in modo da sfiorare le sue:
un invito difficile da ignorare. Infatti, subito la sua mano iniziò a scivolare
dalla vita verso le cosce e da qui sulle gambe alla ricerca dell’orlo del
vestito. Lei sussultò, rinnovando la frenesia del bacio, quando lui passò
dall’esterno all’interno delle cosce e aprì sempre di più le gambe mentre la sua
mano saliva lentamente verso il pube. Poiché indugiava a pochi centimetri da
dove lei ormai lo voleva, Milù lo sbloccò appoggiando con forza la mano sulla
patta dei suoi pantaloni. Lui si staccò dal bacio per fissarla negli occhi,
forse per ricevere un silente invito a procedere. Milù strinse, per risposta,
tra dita il tessuto dei pantaloni ripieno del membro turgido del ragazzo e
attese che lui ricambiasse l’attenzione. La timidezza svanì del tutto, lui la
fissò mentre raggiungeva il pube e allargava come poteva la mano su di esso,
restò ad osservare le variazioni delle pupille di lei, sintomo di piacere e
desiderio, poi intrufolò due dita sotto gli slip e s’insinuò tra le grandi
labbra.



Milù emise un forte sospiro a labbra dischiuse e spalancò le gambe tendendo allo
spasmo il tessuto della gonna. Silenziosamente implorava con gli occhi una
penetrazione anche simbolica a mezzo delle dita. Fu soddisfatta immediatamente,
lui aveva la capacità d’indovinare i suoi pensieri. Milù sentì la sua mano farsi
spazio in lei e spingere sempre di più, pareva volesse aprirla lì in mezzo alla
sala. Dopo un gemito più intenso degli altri tornò a baciarlo mentre strofinava
forte la mano sul suo pene. La voglia di unirsi stava divenendo insopportabile,
la testa le girava rendendole impossibile ogni pensiero più razionale di quello
della ricerca di un angolo tranquillo per loro due. Il silenzio subito rotto da
un forte applauso che segnava la fine di un brano li distrasse riportandoli alla
realtà. Lui ritrasse la mano da sotto la gonna e se la portò nei pressi del naso
per inalarne il profumo quindi, del tutto incurante di lei, allungò la lingua
per analizzarne anche il sapore. Milù pensò d’impazzire alla vista di quella
scena, ora era lei a restare imbambolata di fronte a lui. Dovevano donarsi a
vicenda quella stessa sera, non potevano rischiare di lasciar calare la tensione
erotica che si era creata tra di loro. Il giorno seguente la razionalità
derivata dal raffreddamento degli animi li avrebbe allontanati, e per sempre.


Milù prese l’iniziativa alzandosi in piedi ed invitandolo
a seguirla. Dopo averlo preso per mano fendette con lui la folla che ballava
senza degnare di risposta lo sguardo interrogativo della sua amica. Raggiunse il
retro del palco, conosceva bene il locale e sapeva dell’esistenza della saletta
dove i membri delle band si potevano riposare tra una sezione e l’altra. La
raggiunse con lui sussurrandogli, prima di entrare, che lo voleva in quel
momento e in quel posto.



Tentò di chiudere la porta ma constatò che mancava la chiave, per nulla
preoccupata da ciò prese un tovagliolo e lo legò sulla maniglia esterna. Quello
era il segnale che, per tradizione di quel locale, indicava lo stato di occupato
di una saletta. Terminato il suo lavoro, Milù richiuse la porta e si girò verso
l’interno della stanza alla ricerca del ragazzo. Lo trovò in piedi nei pressi
del divano che la fissava incredulo. Tutta la sua sicurezza di poco prima
sembrava sparita, ma ormai lei sapeva che bastava poco per trasformarlo.



Si avvicinò a lui mentre con le mani dietro la schiena slacciava il vestito.
Questa semplice mossa risveglio l’istinto del giovane il quale iniziò a
spogliarsi della camicia. Lei lo raggiunse e solo quando gli fu innanzi osservò
che arrivava a mala pena al suo petto. Ballando non aveva notato la sua altezza,
forse a causa del primo impatto negativo che le aveva dato. Ora che l’aveva
meglio valutata, capì il motivo delle sue grandi mani e si ritrovò a sperare che
la natura avesse seguito lo stesso principio rispettoso delle proporzioni nella
costruzione del resto del corpo.



Lo abbracciò alzando il viso verso la sua bocca alla ricerca di un nuovo bacio
che non dovette sospirare a lungo. Le mani, scivolando sulla pelle nuda della
schiena generavano degli splendidi brividi che si allargavano per tutto il
corpo, non indossava il reggiseno e loro potevano scorrere libere da ogni
ostacolo scendendo sempre di più verso i glutei. Senza che se ne rendesse conto
si ritrovò con il vestito calato in vita e il seno scoperto. Le mani di lui
indugiavano aperte a pochi centimetri dai capezzoli, come se aspettassero
l’autorizzazione a calare su di loro. Milù percepiva chiaramente il calore dei
palmi, abbassò lo sguardo e spinse in avanti il busto premendo le mammelle su di
loro. Il contatto e la forte presa le strapparono un gemito di soddisfazione che
si trasformò in un forte trasporto verso di lui; lo baciò con maggiore passione
facendo aderire ogni centimetro del suo corpo a quello del ragazzo. Premendo con
forza il bacino contro la zona genitale, constatò un rigonfiamento
inequivocabile. Lo sentiva premere attraverso i pantaloni sulla sua pelle,
questa sensazione spinse ancora più in alto l’eccitazione, ma quello che rischiò
di farle perdere ogni forma di controllo furono le sue mani che lente le
sfilavano gli slip dal sedere.



Di lì a poco si ritrovò completamente nuda al centro della stanza, in piedi di
fronte a lui ancora vestito dei calzoni e con la camicia aperta sul petto.
Infilò la mano sotto la cintola e, dopo averla tirata verso di se, la slacciò;
passò quindi a liberare i bottoni e calare la zip con dei movimenti decisi ed
apparentemente esperti. Il lavoro diede i suoi frutti, presto si ritrovò a
brandire soddisfatta il membro del ragazzo. Non aveva ancora abbassato gli occhi
sul fallo in quanto aveva eseguito tutte le operazioni precedenti fissandolo
degli occhi, ma come si accorse che faticava a cingerlo con le dita decise di
verificare visualmente ciò che intuiva.



La sua preghiera iniziale sul rispetto delle proporzioni da parte della natura
era stata soddisfatta, Milù guardò incredula, misurando con gli occhi, il pene
che teneva in mano: era sicuramente in proporzione al resto del corpo. Aveva
sempre pensato che le dimensioni non fossero determinanti, ma l’esperienza con
il suo fidato surrogato fallico che teneva nascosto nel cassetto e l’uomo della
chat, avevano seriamente intaccato questa sua convinzione. Si ritrovava ora tra
le mani un pene del tutto simile nelle dimensioni a quello sintetico che lei
reputava enorme. Non del tutto convinta e temendo un abbaglio si mise in
ginocchio davanti al ragazzo per poterlo meglio osservare. Cambiò posizione
della mano sul membro più volte, lo scappellò, lo spostò da un lato all’altro,
poi ammise con se stessa che l’unico modo di verificare con certezza le reali
dimensioni di quella meraviglia era cingerlo con le labbra. Lei ricordava bene
lo sforzo necessario ad ingoiare il suo amico nel cassetto.



Aprì la bocca avvicinandola al membro e percepì un leggero fremito con la mano,
appoggiò le labbra sul glande e sentì un gemito, quindi a fatica lo ingoiò e non
sentì più nulla. Lui era rimasto impietrito temendo di fare qualsiasi mossa,
resto a godersi la bocca della ragazza che ormai scivolava sicura sul suo
membro. Lei pareva non capire il forte piacere che gli stava dando e continuava
a scorrere il pene in lunghezza, succhiandolo e stimolandone il glande con la
lingua quando ne aveva la possibilità. Si fermò solo quando lui sfuggi da lei
ritraendosi con uno scatto di reni e la sollevò prendendola per le ascelle.



Milù venne guidata verso il divano e ivi fatta accomodare, lui terminò di
spogliarsi poi fu il suo turno di inginocchiarsi di fronte a lei. Le aprì le
gambe con dolcezza, stimolandone il movimento con delle delicate carezze
nell’interno coscia, quindi passò le mani sulla vita e la trascinò verso il
bordo del sedile. L’accarezzò sul ventre, sul bacino e poi sul seno, baciò i
capezzoli alternando le labbra ai denti per mordicchiarli sempre più forte. Milù
si stava lasciando andare abbandonando ogni forma di volontà, le tenere ma
sensuali carezze, i dolci baci e i morsi decisi le facevano ben sperare nella
completa abilità del ragazzo di portarla verso le più alte vette
dell’eccitazione. In quella occasione desiderava essere presa, non aveva alcuna
intenzione di dettare regole o limiti al loro incontro, voleva sentirsi ancora
una volta preda, vittima, oggetto di un uomo. Si concedeva questo intuendo, dai
preliminari, che lui avrebbe saputo interpretare la parte del maschio senza
dimenticare il suo piacere.



Ebbe un sussulto quando riconobbe il tocco umido e morbido della lingua tra le
grandi labbra, tentò per un istante di capire il tipo di movimento impresso e
riversato sulla sua femminilità, ma il gioco era troppo complesso e vi rinunciò
sospirando. Milù sentiva il piacere crescere con un forte impulso, quando lui
stimolava il clitoride, per cedere il passo all’eccitazione quando la lingua
passava sull’ingresso del suo ventre. Nell’attimo che sperò d’essere penetrata
da quella massa di carne a volte morbida altre turgida venne esaudita, quasi che
lui riuscisse a leggerle il pensiero. Sperò con tutte le sue forze che non fosse
così, i suoi pensieri in quel momento non erano affatto adatti ad una ragazza
seria e educata quale voleva apparire.



Stentava nuovamente a trattenere l’orgasmo che percepiva latente e pronto ad
esplodere. Prese i capelli del ragazzo e lo allontanò da se, senza parlare lo
invitò con lo sguardo a riempirle il ventre con quel suo considerevole pezzo di
carne che teneva inutilizzato in mezzo alle gambe, era giunto il suo momento ed
era scortese farlo attendere.


Seguendo quello che oramai era un rito per lei fissò i
suoi occhi mentre lui si preparava a penetrarla e non li staccò da lì anche
quando lo colse entrare. Milù si sentì riempire sempre di più, attendeva da un
momento all’altro l’impatto con il bacino del ragazzo ma questo non arrivava. Il
membro la stava invadendo sempre più in profondità generando un lieve dolore in
quando stuzzicava delle zone mai sfiorate da nessuno. Era decisamente eccitata,
ma la lubrificazione e la dilatazione interna non aveva ancora raggiunto quel
livello tipico della fase avanzata del rapporto. Sapeva quindi che presto il
dolore avrebbe ceduto il passo al piacere e la sua sensibilità nel rilevare le
dimensioni sarebbe diminuita. Sperò che lui la prendesse ora con tutta la foga
possibile, incurante delle sue smorfie di dolore, in modo da darle sin che era
ancora leggermente chiusa la chiara percezione dell’enormità del suo pene. Anche
in questo caso parve che lui leggesse il suo pensiero, spinse nell’ultimo tratto
con forza, poi dopo essersi assestato bene sulle ginocchia iniziò a muoversi
avanti e indietro. Usciva da lei lento, quasi a dimostrare il dispiacere che
provava ad abbandonare il calore e l’umidità di quella caverna accogliente, poi
vi rientrava deciso, spingendosi sino in fondo, impalando la ragazza che gli si
offriva aprendo sempre di più le gambe. Milù assorbiva quei colpi con tutto il
corpo inspirando nell’attimo che lui era dentro e contraendo l’interno della
vagina. Seguiva la corsa con i movimenti del pube, inclinandolo secondo il tipo
di corsa e la direzione da cui lo sentiva arrivare. Lui la tratteneva ferma per
la vita e la sollevava leggermente costringendola ad inarcare la schiena. Sapeva
che in quel modo lei lo avrebbe sentito di più.



Il viso di Milù dimostrava tutto il suo coinvolgimento e il piacere che stava
provando, con la bocca socchiusa ansimava e gemeva seguendo la cadenza dettata
dal ragazzo. Un pensiero razionale in quel momento di passione si formò nella
sua mente, si ricordò del fatto che la porta non era chiusa a chiave. Il
fazzoletto o tovagliolo, un comune pezzo di stoffa, legato sulla maniglia doveva
comunicare a tutti il desiderio di non essere disturbati degli occupanti la
stanza, così le avevano detto; ma poteva giungere qualcuno che non conosceva
quel codice ed entrare all’improvviso. La possibilità d’essere sorpresa mentre
faceva l’amore in quel modo diede un travolgente impulso alla sua eccitazione.
S’immaginò la scena di loro due visti dalla porta: lei semisdraiata sul divano
con il corpo teso e leggermente inarcato, le gambe aperte, spalancate al ragazzo
che spingeva con forza il suo membro dentro di lei. Vide i loro corpi lucidi di
sudore, sentì i suoni prodotti dall’accoppiamento in atto e prese coscienza del
profumo di sesso che ormai permeava la stanza. Si rese conto che la scena era
estremamente eccitante, d’un tratto iniziò a sentirsi ancora più partecipe, più
coinvolta in quel amplesso; come se sino a quel momento avessero compiuto solo
una lunga serie di preliminari. Iniziò a muoversi meglio e più provocante, stava
chiaramente tentando d’intensificare al massimo gli stimoli della penetrazione,
la quale da subita era divenuta condivisa. Lui intese il suo cambiamento e
ritenne che fosse finalmente giunto il momento di farla venire, spostò le mani
dai fianchi al bacino, quindi le allargò e con i pollici raggiunse il pube.
Litigando con il suo stesso membro trovò il clitoride e lo stimolò ferocemente.
Milù non resse a lungo quel duplice stimolo, puntò la testa contro il divano e
spingendo sui piedi sollevò tutto il corpo lanciando delle brevi e ritmiche urla
di piacere. Lui non smise di muoversi in lei, sapeva che continuando a
penetrarla le avrebbe amplificato l’orgasmo.



Milù crollò esausta, con il respiro affannato, restando inerme ad accogliere gli
ultimi colpi di lui. Era disposta a farlo godere come meglio preferiva, dopo il
piacere che le aveva donato sentiva di non potergli negare nulla. Visto che lui
non accennava a fermarsi pensò che intendesse raggiungere l’apice dentro di lei.
Da qualche giorno prendeva delle precauzioni tali da garantirle il controllo
della sua fecondità, l’esperienza con l’uomo della chat le aveva fatto conoscere
il piacere di un eiaculazione all’interno del ventre ed intendeva riprovarla
ogni volta che ne aveva l’occasione



Spinse forte i muscoli del ventre in modo da apparire più chiusa e stimolante
per lui, immediatamente prima e subito dopo l’orgasmo l’eccitazione, la dilatava
troppo anche per un membro notevole come quello. Lui gradì questa mossa e lo
dimostrò rallentando vistosamente il ritmo, in modo da far crescere il proprio
piacere il più lento possibile.



Milù stava pensando che il ragazzo oltre a saper far godere una donna sapeva
anche godere di lei. Improvvisamente, lui uscì velocemente per alzarsi in piedi
mentre stringeva forte il membro con la mano. Lei raddrizzò la schiena portando
il viso in linea con il pene e aprì la bocca. Il ragazzo non attendeva altro,
spinse il pene nella gola di Milù la quale non riuscì ad impostare alcun
movimento che il seme uscì. Lui fremeva in silenzio emettendo solo dei
leggerissimi gemiti, ma il liquido seminale che usciva pareva non avere fine.
Milù, poco abituata a quel genere di rapporto non riuscì ad ingoiarlo tutto e
dei rigagnoli le scendevano dai lati della bocca.



Sfiniti e soddisfatti impiegarono parecchio tempo a rivestirsi, per tutto il
rapporto quasi non avevano parlato tra di loro e neppure ora il dialogo era al
centro delle loro attenzioni. Il giovane si dimostrò, oltre che un abile amante,
carico di attenzioni verso di lei, non le permise di chinarsi per raccogliere i
pochi indumenti che giacevano in terra, le offrì una bottiglia d’acqua per
dissetarsi, si sincerò del suo aspetto controllandone le sbavature del trucco.
Tutta una lunga serie d’attenzioni alla quali Milù non era abituata, mentre
usciva dalla porta non capiva se ad averla colpita di più fosse stato il suo
magnifico membro o quelle premure.



Raggiunse l’amica, la quale non le fece alcuna domanda, si limitò a lanciarle
uno sguardo enigmatico e curioso. Chiara sapeva che Milù non avrebbe resistito a
lungo prima di raccontarle tutto, le comunicò di aver rinunciato alle sue idee
su quel ragazzo e d’essere intenzionata ad uscire per tornare a casa. Come
previsto nel tragitto Milù iniziò a raccontarle tutto ciò che era successo nello
stanzino dietro al palco. Non dimenticò alcun particolare, descrivendo nei
dettagli il suo stupore alla scoperta delle qualità di quel ragazzo
apparentemente senza alcun attributo interessante. Quando giunse a descrivere il
membro e come l’aveva usato, Chiara ebbe un moto di stizza seguito da una vago
senso di depressione.

-

Ma cosa hai? – le domandò Milù.-

E me lo chiedi pure?! – rispose Chiara ancora più stizzita, poi
pentendosi di aver risposto bruscamente all’amica disse – Te l’ho scaricato
perché pensavo che potesse interferire con i miei tentativi di sedurre l’amico.
Solo che l’amico si è dimostrato un fallimento totale mentre lui, a quanto pare,
è un mago del sesso!

-

Mi spiace … davvero! – disse Milù mentre appoggiava teneramente una mano
sulla coscia dell’amica. – Cosa posso fare per ringraziarti? – terminò con un
sorriso beffardo.

-

Innanzi tutto togliere la mano da lì! Questa sera sono così carica che
potrei anche decidere che la tua mano è meglio della mia e desiderare di
ricavare il piacere agognato da essa.

-

Non stai dicendo sul serio! Dai ! – disse Milù mentre stringeva ancora di
più la presa.

-

Non ci contare, cara. Potrei violentarti! – rispose Chiara con un sorriso
per nulla rassicurante.

-

Mi piace come si muovono i tuoi muscoli mentre guidi. – la stuzzicò Milù.

- Stringi più forte allora … e più in alto! – la incitò Chiara con un

sussurro.

- Si, ma non sulla gonna. Il tessuto disturba il tatto. – chiarì Milù

mentre scivolava con la mano verso il ginocchio per poi risalire da sotto la
gonna verso la coscia dell’amica.

-

Fermati! Un centimetro di più e non rispondo più delle mie azioni. – la
pregò Chiara.


Milù non si curò di quell’avvertimento. La pelle liscia e vellutata dell’amica la stava attraendo in un modo incredibile, non riusciva a staccare la mano da lei.


Chiara, a dispetto delle sue stesse parole, aveva aperto un po’ di più le gambe
tendendo il tessuto della corta gonna. Era troppo invitante e il calore che
saliva dal pube attirava la mano dell’amica.


-

Hai un bell’intimo, senti che pizzo … morbido! – disse Milù mentre
esplorava il pube con un dito.

-

Lo so! Era tutto programmato per una bella serata!

-

Sei calda!

-

Sono bagnata! Se non la pianti … ti …! – disse Chiara terminando con un
gemito.

-

Mi?

-

Siamo arrivate, fammi salire date e te lo dimostro.

-

Tra un attimo! – disse maliziosa Milù.


Terminata la frase attese che l’amica posteggiasse con comodo, senza mai
togliere la mano però. Una volta spento il motore, Milù cercò gli occhi
dell’amica, voleva vedere se era disposta ad andare avanti. Trovò due occhi
carichi di speranza e desiderio, allora intrufolò un dito sotto i suoi slip e
accarezzo la pelle morbida del pube.


-

Ti sei depilata per bene, sento!

-

Continua, ti prego!


Milù tentò allora di separare i lembi delle labbra per raggiungere la fonte del

calore che percepiva, ma era troppo scomoda. Seduta a lato dell’amica riusciva
unicamente a sfiorarne la superficie del pube. Allora la invitò a salire da lei.


Mentre apriva la porta dello stabile iniziò a rendersi conto di quello che aveva
appena fatto di ciò che stava per fare con Chiara. Lei da sempre etero convinta
tanto da non avere mai avuto delle fantasie saffiche, aveva appena fiorato con
intenzione il pube dell’amica. Un pube magnificamente depilato, il ricordo della
morbidezza di quelle labbra la eccitò nuovamente, aiutandola a scacciare ogni
dubbio dalla testa. Si disse che in quel momento non poteva tirarsi indietro, al
limite si sarebbe pentita il mattino seguente, ma ora doveva e voleva andare
avanti.



Entrarono in casa senza aver detto una parola, Milù chiuse la porta e si diresse
decisa in camera, sull’uscio si voltò verso Chiara che era rimasta in anticamera
e le disse:


Vieni!

Sei sicura?



-
Di cosa?

-

Di quello che vuoi fare! Per me … ecco, è la prima volta che … lo faccio
con una donna! – disse Chiara.

-

Anche per me è la prima volta, ma ti voglio! Ora!

-

Anche io. Saremo pazze o perverse ma ti voglio! – confermò Chiara.

-

Non siamo perverse, siamo solo due amiche affamate di piacere che stanno
per darselo. – la confortò Milù. – Vieni! – aggiunse.

- Sì! – disse Chiara avviandosi verso di lei – ma non ridere, non ho la

minima idea di cosa fare.



-
Ci verrà tutto naturale, credo! – terminò Milù.


Chiara la raggiunse sul ciglio della camera, si lasciò prendere per mano dall’amica e condurre vicino al letto. Qui si fermò innanzi a lei; guardandola negli occhi alzò tentennante la mano verso il suo seno. Vincendo le ultime incertezze vi appoggiò il palmo aperto e lo richiuse dolcemente sulla mammella. Milù chiuse gli occhi sollevando il viso verso il soffitto, godendosi quel tocco.



-
È la prima volta che tocco un seno … che non sia il mio! È strano, è …
bello! – disse chiara con la voce rotta dall’emozione.


-
Continua! Ti prego! – la incitò Milù,
incapace di formulare altro.


Chiara, allora premette più forte spingendo la mammella verso l’alto, poi con il
pollice e l’indice cercò il capezzolo. Aveva gli occhi puntati sul punto di
contatto e osservava ancora incredula le sue dita che giocavano con il seno
dell’amica. Milù si avvicinò ancora di più abbracciando in vita Chiara, quindi
portò la bocca vicinissima a quella di lei e, schiudendola, disse:


Baciami, facciamo anche questo e vinciamo le ultime remore … dai!


Chiara accettò l’invito e appoggiò le labbra su quelle dell’amica. Il contato
scatenò come una scossa elettrica che a Milù ricordò il primo bacio dato ad un
ragazzo tanto tempo prima. Presto le loro lingue s’incontrarono lottando tra di
loro per la conquista della cavità dell’altra. Nel bacio i loro corpi aderirono
sempre di più sino a copiare uno le curve dell’altro, quello che sconvolgeva i
sensi di tutte e due era il fatto di trovare un rigonfiamento all’altezza del
seno, un ostacolo mai trovato prima con i ragazzi e che quasi impediva alle loro
labbra di unirsi nel bacio. Era proprio il seno a comunicare a loro le più forti
sensazioni in questo momento.

Hai un sapore … strano! – disse Chiara.


È il sapore di uomo, quello di prima!-

Lo hai fatto venire in bocca?-

Si e non riuscivo a berlo tutto! – disse Milù.

-

Vorrei fosse qua, ci pensi … io, te e un bel
ragazzo! – sognò Chiara.

-

Si, ma ora ci sei solo tu per me!


Milù intrufolò una mano sotto
la maglietta aderente dell’amica, cercando il seno che sapeva nudo, lo raggiunse
con sommo piacere di Chiara e lentamente iniziò a spogliarla. Era combattuta tra
l’eccitazione e la sensazione strana di denudare un corpo femminile che non
fosse il suo. Aveva sempre ammirato il seno dell’amica così pieno e ben
disegnato, ora poteva finalmente toccarlo. Si ritrovò studiarne freddamente la
consistenza e la forma, per un attimo la sua vanità aveva preso il controllo.
Chiara reagiva in maniera stupenda ai suoi palpeggiamenti: i lunghi capelli neri
le cadevano sugli occhi velati dal piacere e spingeva il seno verso le sue mani.
Quando le venne sfilata la maglietta si dedicò al vestito di Milù, aprì il
bottone e tirò giù la zip sino alle natiche, quindi si allontanò da lei per
lasciarlo cadere ai suoi piedi. Milù sentiva gli occhi dell’amica che
esploravano il suo corpo con intenzioni ludiche, non era certo la prima volta
che si trovavano l’una di fronte all’altra nude o semi nude. Quell’occasione
però era diversa, Milù sentiva gli occhi di Chiara così come percepiva quelli
dei suoi amanti. All’inizio questa sensazione la sconvolse, ancora una volta
tornò lucida a pensare che stava per avere un rapporto saffico con la sua amica
d’infanzia; poi realizzò che quel rapporto era già iniziato e tanto valeva
andare avanti sino in fondo.

- Togliti

la gonna! – ordinò a Chiara.


Lei eseguì, slacciandola sul
fianco per farla cadere in terra come avrebbe fatto di fronte ad un uomo che
voleva far impazzire dal desiderio, poi fissando Milù negli occhi iniziò a
sfilare gli slip. Anche l’amica la imitò seguendo fedelmente le sue mosse.


Finalmente nude si
abbracciarono di nuovo scoprendo il piacere di mettere le loro pelli a contatto,
una sensazione anche questa nuova, l’assoluta mancanza di peli, la morbidezza
vellutata, l’elasticità del tessuto, il calore delle mammelle schiacciate tra di
loro, i giochi dei capezzoli usati per stuzzicare quelli dell’amica. C’era da
perdersi solo in queste sensazioni.


Milù, più per istinto che per
volontà, portò la mano verso l’inguine dell’amica. Sfiorò il pube aspettandosi
un rigonfiamento, un qualcosa di pendulo che non c’era. Incredula aprì la mano
appoggiandola di piatto sulla vagina di Chiara, la quale aveva aperto le gambe
per facilitarla. Restò lì ferma a godersi il solletico della pelle morbida e
glabra. Chiara voleva ricambiarla ma in quella posizione erano scomode, d’intesa
di accomodarono sul bordo del letto. Sedute l’una al fianco dell’altra si
scambiarono delle tenerissime effusioni, le loro mani appoggiate sul pube a
vicenda non cercavano il clitoride o la penetrazione, come sarebbe abitualmente
avvenuto con un maschio, ma si limitavano ad accarezzare le grandi labbra
stuzzicandole. Scambiandosi un lungo bacio si lasciarono cadere sdraiate con le
gambe avvinghiate in modo che la coscia di una premeva sul pube dell’altra a
vicenda. Abbracciate con le lingue a contatto si strofinavano il pube
eccitandosi ancora di più.

Fu Chiara a non resistere più
a lungo nei preliminari, lei era quella più desiderosa di godere, alzandosi
sulle ginocchia e cosi cominciarono a leccarsi le fighe fino allosfinimento......

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