*****ROXY E' TORNATA!

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Con grande eccitazione Roxy vi comunica che riparte l'aggiornamento costante del suo blog.Dopo una lunga pausa vi invita tutti a seguire i suoi post dedicati al mondo del sesso e più intrigante erotismo.Buona Lettura

Adult Ego

venerdì 19 giugno 2009

IPNOSI


Io e Marisa siamo una coppia come ce ne sono tante a Roma, con i problemi di tutte le coppie dopo qualche anno di matrimonio. Solo che mentre io non riesco a pensare altro che al sesso, Marisa è piuttosto fredda e questa combinazione ha creato all’interno della coppia un notevole squilibrio. La nostra vita si è assestata su un ritmo piuttosto blando, con Marisa che cerca di evitarmi ed io che cerco di coinvolgerla nelle mie fantasie. Alla fine mi sono arreso e mi sono rifugiato nella masturbazione.
Il rapporto con Marisa si stà lentamente decomponendo, anzi già sento la puzza di cadavere. Questa stronza si è coalizzata con la sorella e non perde occasione per sbattermi in faccia l’errore che, secondo lei, ha commesso sposandomi. Non fa altro che incensare quel cazzone di mio cognato che vive completamente sotto le scarpe della moglie. “Lui sì che è un bravo marito, non un allupato come te! “. Allupato una sega! Michele si farà si e no una scopata al mese e quella troia di Anna, la sua sorellina, si diverte a far tirare il cazzo a tutti gli uomini che incontra per poi farglielo scoppiare nei pantaloni. E forse neanche a tutti. . .
Merda! Questa storia mi sta mandando fuori di testa. . . ora tronco e mando tutti a cagare. . . L’eterno broncio di Marisa, il sorrisino con cui mi prende regolarmente per il culo Anna, e la fraternizzazione pelosa di Michele che puzza di compatimento lontano un miglio. . . dio come mi fanno incazzare! Bisogna accettare la vita così com’è dice mia madre. . . certo, dico io, ma con l’accetta! Ma la vita è strana e mi ha offerto un’occasione d’oro. . .
*** Girovagando in Internet trovai un gruppo che si interessava di ipnotismo e, curioso come al solito, iniziai a leggere tutti i messaggi. Dopo qualche tempo trovai un vademecum per l’ipnotista novello con le spiegazioni dettagliate su come indurre l’ipnosi, la predisposizione dell’ambiente, la serie di parole da recitare e la loro cadenza.
La molla scattò immediatamente in me e da quel momento cercai di creare l’occasione adatta per indurre Marisa a farsi ipnotizzare. Sapevo che mia moglie non si sarebbe lasciata convincere e quindi dovevo mascherare la cosa con qualche sistema; Marisa, scettica e terrena, non solo non credeva alla forza dell’ipnosi ma era anche diffidente nei miei confronti per tutto ciò che la metteva nelle mie mani senza un suo completo controllo. Poi una mattina a colazione. . .
“Marco, con questo cazzo di tempo mi stà tornando la cervicale ! ” “a Marì, ce l’hai e te la tieni” “uffa, perché non mi fai un massaggio? Sei così bravo! ” “ancora col massaggio, ci vuole qualcos’altro. . . qualcosa che ti permetta di tenerla sotto controllo” Avevo visto lo spiraglio ma non sapevo come metterla a Marisa, quindi presi tempo per trovare una scusa adatta e me ne andai in ufficio.
“Michele, tu che fai quei massaggi congolesi, lo shizù. . . ” “Shiatsu, Marco, e non sono congolesi” “e va bè come dici tu, ma dimmi un po’ funzionano, sono efficaci ? ” “perché ti fa male qualcosa? ” “no, non a me, è Marisa che ha la cervicale ed ad ogni cambio di stagione viene fuori” “bè si, un po’ funzionano, ma sarebbe meglio abbinarli al training autogeno” “a che? ” “è un sistema di leggera auto ipnosi che ti permette di controllarti meglio, di ottenere di più dal tuo corpo” “ma dai! Non ci credo” “si è vero, io lo uso quando il ginocchio mi fa vedere le stelle, è una specie di super concentrazione” “ma la possono fare tutti? ” “si, devi imparare, anzi è meglio se le prime volte ti aiuta qualcuno a concentrarti, dopo è molto più facile” “mmm. . . lo devo dire a Marisa, se me lo ricordo” “domani sera veniamo a cena da voi, senza figlio, e lo dico io a Marisa” “meno male che Riccardo rimane con i nonni, l’altra volta ha rotto due statuine di Marisa, era incazzata nera” “già, è ancora troppo piccolo, non lo possiamo portare sempre con noi ed Anna non è felice di lasciarlo con i suoi” “ok allora, ci vediamo domani sera” Rimuginavo su quello che mi aveva detto Michele e cominciai a cercare informazioni sul training autogeno, qualcosa avevo già letto su Internet, ma non c’era molto quindi con una scusa mi allontanai dall’ufficio per andare nella libreria vicina a cercare qualcosa di più specifico.
“Training autogeno ha detto? ” chiede la commessa “si, un testo che spieghi sia la teoria che la pratica” “vediamo un po’. . . ecco questo è un manuale completo, per addetti ai lavori, è un po’ caro però, forse vuole qualcosa di introduttivo. . . ” “no no, va bene quello, l’importante è che sia completo” “o per questo è completissimo, allora lo incarto, è un regalo? ” “no, va bene anche una busta” Quel giorno non combinai niente in ufficio, leggevo avidamente il manuale, lo sfogliavo e lo ri sfogliavo, ne assorbivo il contenuto e parallelamente pensavo a come impostare l’ipnosi di Marisa.
“tutti suggeriscono un approccio graduale, ciò che si vuole dal soggetto non si deve cercare di ottenerlo subito, ma farlo affiorare lentamente. . . e poi c’è quel sistema di quel tizio americano, Sipper, che suggerisce di registrare su nastro i comandi. . . si ma quanto cazzo la devo tenere ipnotizzata ogni volta per farle sentire il nastro. . . già. . . la prima cosa da fare è impostare una serie di parole per farla cadere immediatamente ipnotizzata. . . bisogna fare le cose con cautela, con calma. . . CAZZO! Che inculata! Non si riesce a far fare al soggetto cose verso le quali è profondamente contrario. . . boh io ci provo lo stesso. . . ” La sera a casa.
“ciao Michele, ciao Anna” “ciao Marisa, sei sola? E quel pecorone di tuo marito? ” “è andato a prendere le sigarette, si scorda sempre tutto ed un giorno di questi si scorderà la testa” “ehi lo sai che quando ti vedo questo vestito ti zomperei addosso, Anna perché non vai a prendere le sigarette anche tu così io e Marisa ci facciamo un scopatina prima di cena” “lascia stare mia sorella e vatti a vedere la tv brutto maiale, Marisa ti serve una mano per preparare la cena? ” dice Anna scansando il marito “no è tutto pronto. . . cazzo questa cervicale! ” mugola Marisa massaggiandosi il collo “a proposito di cervicale” dice Michele sedendosi sul divano “Marco mi ha accennato al tuo problema in ufficio” “ma guarda un po’, allora ogni tanto si ricorda di qualcosa! ” esclama stupita Marisa “già, gli ho detto che i massaggi shiatsu possono alleviare la cosa ma sarebbe bene fare anche un po’ di training autogeno, per aiutarti a controllare il dolore” dice Michele “è quello che fai tu quando ti fa male il ginocchio? ” chiede Anna “si, è una specie di auto ipnosi che aumenta il tuo livello di concentrazione, niente di eccezionale ma aiuta veramente” “e come si fa” chiede Marisa “mah le prime volte è meglio che ti aiuti qualcuno, poi è più facile concentrarsi, ed una volta partiti si riesce ad isolare la parte dolente, a limitare il dolore” spiega Michele “interessante, e serve uno specialista? ” chiede Marisa “no, va bene chiunque anche quell’imbranato di tuo marito, deve soltanto ripeterti la sequenza di concentrazione aiutarti a rilassarti, devi stare comoda e devi avere tempo, almeno le prime volte, poi diventa una cosa automatica. Per iniziare basta un qualsiasi manuale” dice Michele assumendo un tono cattedratico “quasi quasi ci provo” medita Marisa “stavate sicuramente sparlando di me” dico entrando in casa “ti ho trovato un lavoro da fare” dice Marisa alzandosi ed avviandosi verso la cucina “sarai il mio trainer” “il tuo che? ” chiesi perplesso “gli ho spiegato la faccenda del training autogeno” dice Michele “cerca un buon libro che ti spieghi come fare” “eccolo là, mi allontano un attimo e mi ritrovo a dover fare non so bene cosa” borbottai “se vuoi ci vengo io” dice Michele “tu vieni a casa con me, maiale” sogghigna Anna “ti piacerebbe restare solo con Marisa, e dopo il training lo scoping” “ma che cazzo dite” chiesi “e che a tuo cognato piace tua moglie” spiega Anna “ed io non mi fido di questo libertino” “a cena, e la prossima volta lascia il pisello di Michele a casa” dice Marisa entrando con la pasta “così saremo tutti più tranquilli” I giorni passano e io continuavo a studiare il manuale di training ed a perfezionare l’ipnosi di Marisa aspettando che sia lei a chiedere di avviare la cosa.
“Marco come al solito ti sei dimenticato” esordisce Marisa “cosa mi sono dimenticato” dico senza neanche alzare gli occhi dal libro che sto leggendo “il libro sul training autogeno, sta cazzo di cervicale non mi ha fatto dormire questa notte” “e secondo te cosa sto leggendo” ribatto con aria saputa “orpolina! Allora stai migliorando e com’è, difficile? ” sghignazza Marisa “no, se vuoi possiamo cominciare anche ora” “va bene, dimmi cosa devo fare” “allora, per prima cosa mettiti comoda, indossa vestiti comodi e caldi, se devi andare al bagno vacci ora, se hai fame sgranocchia qualcosa. . . ” snocciolai “guarda che abbiamo appena cenato” ricorda Marisa “già, poi sdraiati sul divano e cerca una posizione comoda” conclusi “così mi addormento” bofonchia Marisa “beh lo devi quasi fare, ehi ho detto quasi capito marmotta” dissi mentre Marisa si mette il pigiama felpato e si sdraia sul divano “allora iniziamo sistemati comoda, senza reggerti da nessuna parte ma facendoti sostenere dal divano, respira regolarmente senza pensarsi e con calma, ecco adesso guardami negli occhi, fissa i miei occhi, non guardare altro. . . ” Il mio tono era di comando anche se la mia voce era bassa e tranquilla così Marisa mi fisso negli occhi seguendo i miei ordini “il tuo corpo comincia a farsi pesante. . . guarda nei miei occhi. . . iltuocorposiappesantisce. . . guardaneimieiocchi. . .
iltuocorposirilassaediventapesante. . . guardaneimieiocchi. . .
nonriesciatenerliaperti. . . devitenerliCHIUSI. . . adesso voglio che respiri profondamente. . . ed espiri lentamente. . . ituoiocchisiappesantiscono. . . ” Continuai la litania per almeno 5 minuti prima di dare il primo comando per vedere se Marisa era ipnotizzata “apri gli occhi” dissi Marisa li apri senza esitazioni o tremori, segno questo che era ipnotizzata, a questo punto fui preso dal panico. . . CAZZO! . . . MERDA! . . . RICAZZO! . . . avevo paura di non riuscire più a svegliarla, di combinare qualche guaio, ma mi ripresi velocemente ed iniziai a ripetere la sequenza di parole per reindurre l’ipnosi in Marisa. “chiudi gli occhi, ascolta attentamente ora sei completamente rilassata, ti senti bene, e tutto va bene. Quando mi sentirai dire le parole ABAE BABE ti sdraierai sul divano e tornerai in questo stato” ripetei queste cose molte volte per fissarle nella mente di Marisa, dopo di che le ordinai di dormire per un ora e di svegliarsi fresca e riposata, con i dolori della cervicale attutiti” Marisa si svegliò un ora dopo, ora che trascorsi nell’ansia più completa, ed venne da me che trafficavo in cucina.
“cosa è successo” chiese Marisa “è successo che dopo un po’ ti sei addormentata” le dissi “è stato un bel sonno, mi sento rinata e la cervicale non mi fa quasi più male” disse sorridendo Marisa “domani sera ci riproviamo” Trascorsi la giornata in attesa della sera, dopo il lavoro mi precipitai a casa saltando la partita di calcetto.
“come mai non sei andato a giocare? ” chiese Marisa “mi duole un po’ la caviglia, l’altra volta ho rimediato un calcione” mentii “mammoletta mia, vieni che ci mettiamo una pomata” disse Marisa “lascia stare, piuttosto ascolta bene ABAE BABE” Marisa rilasciò le braccia, si diresse verso il divano e si sdraiò con gli occhi chiusi. non credevo ai miei occhi, mi affrettai vicino al divano e inizia a ripetere la serie di comandi per indurre l’ipnosi. Non mi fidavo e volevo fissare il meccanismo in Marisa.
Le cose andarono avanti così per una settimana, poi mi sentì abbastanza sicuro da iniziare la perversione di Marisa. Ero seduto accanto al divano e guardando Marisa vidi una bella ragazza mora con i capelli lisci a caschetto, due belle tette, le gambe snelle ed un culo da favola; ma la parte migliore di Marisa era la bocca. Una bocca rossa, con labbra piene, un disegno bellissimo ed un eccitantissimo piccolo neo sotto la linea delle labbra. Avevo sempre sognato il godimento che quella bocca mi avrebbe potuto dare, ma Marisa non aveva mai voluto farmi un pompino, le faceva schifo. Non volevo un pezzo di carne che si facesse usare a piacimento ma una troia completa che assecondasse con piacere tutte le mie voglie, anzi che godesse di una libertà tale da cercare da sola nuove forme di piacere; sempre con il mio avallo e raccontando tutto ciò che le capitava. Decisi di iniziare stravolgendo il modo di vestire di Marisa, che aveva sempre preferito una moda semplice e puritana senza nessuna concessione alla provocazione. “ascolta attentamente e ricorda, comincerai ad apprezzare le scarpe con i tacchi alti, décolleté di vernice nera per l’inverno e sandali intrecciati per l’estate, ma ricorda sempre e solo con i tacchi alti possibilmente a spillo. Questa tua voglia crescerà sempre più fino a quando non potrai portare altro che questo tipo di scarpe anche dentro casa” La strada che avevo scelta non aveva ritorno e per questo decisi di ottenere una cosa per volta, quindi non ordinai altro ed dissi a Marisa di svegliarsi dopo un ora convinta di aver fatto progressi nel training autogeno.
Dopo tre giorni di insistenza sulle scarpe vide i primi risultati di quell’infiltrazione subdola che aveva messo in atto. Marisa tornò a casa con un paio di décolleté nere con un tacco a spillo di otto centimetri. “ciao, che belle quelle scarpe! Come mai con quel tacco, non lo hai mai portato prima” la salutai “non lo so, sono passata davanti al negozio e non ho potuto fare a meno di comperarle. Certo che sono scomode! Ma mi abituerò, sono troppo belle” La figura di Marisa guadagno moltissimo, era alta e con quelle scarpe acquisì un incedere leggermente ondeggiante che metteva in risalto le gambe ed il culo ancora penalizzati dalle gonne quasi informi e lunghe sotto al ginocchio che Marisa portava.
Tempo cinque giorni e Marisa aveva completamente cambiato tutte le sue scarpe con modelli con tacchi da 8 a 10 centimetri, continuavo a fissare i suoi ordini nelle sedute serali e dopo poco decisi che era venuto il momento delle gonne.
“ascolta attentamente e ricorda, le gonne che porti non ti sembreranno più adeguate a te, il tuo occhio cadrà su gonne aderenti , a portafoglio, plissettate, kilt ma sempre un palmo sopra al ginocchio. Non riuscirai a portare altro” E così fu, ormai avevo acquisito una padronanza tale che per Marisa non c’era più scampo, era solo una questione di tempo e poi si sarebbe plasmata sui miei desideri.
Tutti questi cambiamenti non passarono inosservati, oltre ai colleghi di lavoro di Marisa che ovviamente apprezzarono in nuovo look cominciando a sbirciarle le gambe, anche sua sorella Anna se ne accorse.
“Marisa, stai cambiando. Sembri un’altra, ma Marco è d’accordo con questo tuo nuovo modo di essere? ” le chiese Anna “a Marco fa piacere” tagliò corto Marisa Anna era scettica su questo, e decise di parlarne con me. Così mi chiamò in ufficio e ci accordarono per pranzare insieme.
“Anna, se Marisa lo viene a sapere s’incazza come una bestia, lo sai quanto è gelosa” esordii “è appunto di Marisa che volevo parlarti, e se poi s’incazza fa due fatiche” ribatté Anna “sta cambiando, non aveva mai messo prima gonne corte e tacchi a spillo. Marco dovresti stare attento, o Marisa ha un altro uomo o sta andando fuori di testa. Comunque io la farei parlare con uno psicologo” Questo accenno allo psicologo mi impensierì “Anna che cazzo dici? Marisa non è mica matta, ha cambiato gusti e sinceramente era ora! Poi se il cambiamento è dovuto ad un alto uomo, la pisto di botte. ” “tu non pisti nessuno, fighetta” ribatte Anna Qualche giorno dopo a cena.
“Marco, non capisco perché ma tutti quegli stronzi dei miei colleghi cercano sempre di guardarmi le cosce” disse Marisa a cena “hai un bel paio di cosce, e le tue gonne ora le fanno vedere” ribattei “ma io non voglio cambiare gonne, e non voglio che quei maiali mi guardino! ” sbotto Marisa “lascia stare, ci farai l’abitudine, anzi magari tra un po’ li provocherai pure” “ma vaffanculo tu e la provocazione! ” urlò Marisa andandosene in camera da letto Mi imbestialii e decisi di accelerare i tempi, andai in camera da letto e dissi “Marisa senti bene. . . ABAE BABE” a quelle parole Marisa si alzò, ed andò al divano “ascolta attentamente, i reggiseni inizieranno a darti fastidio fino a quando non li sopporterai più, e così i collant potrai portare solo calze di seta con i reggicalze. Non ti piaceranno più i maglioni pesanti ma solo camicette sufficientemente trasparenti e golfini attillati, e non sopporterai più gli slip ma ti andranno bene solo i tanga. . . ” in quel momento fui folgorato da un’idea “. . . e cerca il modo di indurre Anna a farsi ipnotizzare magari con la scusa di iniziare con te il training autogeno per farle capire ciò che provi, dopo di che le fisserai le stesse parole che fissai per te ABAE BABE, e per ultimo se qualcuno di guarda tu lascialo guardare, anzi se ti è simpatico faciliti il compito” Erano molte cose e le ripetei a lungo per imprimerle bene poi mi accorsi che si mi ero eccitato, tirai fuori il cazzo duro come un pezzo di legno “. . . ed ora fammi un pompino con l’ingoio, vacca. . . ” Marisa si girò verso di me e. . .
. . . mi ammollò uno sganassone megagalattico “YUK! Che cazzo fai? ” esclamai “. . . solo tu. . . solo tu potevi dire una cosa simile. . . che testa di cazzo. . . ma pure io ad averti sposato. . . deficiente. . . ” “dai Marisa, scherzavo, non volevo ipnotizzarti. . . ” “ma che cazzo hai capito? Solo tu potevi esclamare YUK, come pippo. Imbecille. . . deficiente. . . ma non hai capito che non è mai successo nulla! Ero sempre sveglia. . . ” “ma. . . e tutti i cambiamenti? ” balbettai “non li ho fatti per te, pisellino, ma per Antonio, il mio amante. Ti mollo. . . me ne vado a vivere con lui. . . ” disse Marisa e si avviò verso la porta “YUK. . . incredibile! . . . la prossima volta esclama SBARABEBEQUACK! “” borbottava tra se e se mentre usciva Sono rimasto in piedi, con il pisello ormai mestamente moscio, a guardare quel figone che era stata mia moglie uscire per sempre dalla mia vita. Che cretino.

1 commento:

  1. Per CAMBIARE GUSTI PROVATE A LEGGERE SU Annunci69 - "RAZOR" oppure SBAGLI & ABBAGLI forse dalla via del retto, tornerete sulla retta via

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