*****ROXY E' TORNATA!

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Con grande eccitazione Roxy vi comunica che riparte l'aggiornamento costante del suo blog.Dopo una lunga pausa vi invita tutti a seguire i suoi post dedicati al mondo del sesso e più intrigante erotismo.Buona Lettura

Adult Ego

martedì 14 luglio 2009

SULLA SPIAGGIA DI PLITRA


Erano trascorsi almeno quattro anni dall’ultima volta che l’avevo incontrata.

Con Veronika ero stata compagna di scuola per tutto il periodo delle superiori, ma la nostra frequentazione, pur essendo abbastanza stretta, non era mai tradotta in un’amicizia vera e propria, una di quelle amicizie così tipiche tra le adolescenti.
Le mie amiche del cuore erano state altre ragazze, e con Veronika non ero mai arrivata a quel livello di confidenza che s’instaura, molto spesso, fra due compagne di classe.
Qualcosa d’indefinibile si era sempre frapposto fra noi due, impedendoci di stabilire un legame più stretto.
Poi, avendo intrapreso studi universitari completamente diversi, e per di più in città lontane, non era più successo che ci cercassimo, tanto meno che c’incontrassimo.
Fino a quella sera, alla sera sulla spiaggia di Plitra.

Damian, il nuovo ragazzo di mia cugina, aveva organizzato una festa per la metà di agosto nella sua casa di famiglia a Plitra, un villaggio affacciato sul mare nel sud del Peloponneso.
E a quella festa, alla quale avevo deciso di partecipare solamente dopo le molte insistenze di mia cugina, avevo rivisto, dopo tanto tempo, Veronika, la mia ex-compagna di scuola.

Bionda, un viso delicato e dall’ovale perfetto, Veronika era stata da sempre una gran bella ragazza, e gli anni trascorsi tra la tarda adolescenza e la maturità le avevano donato un fascino ancor più evidente.
Gli occhi verdi e intelligenti, le labbra morbide e carnose, un seno generoso, ma non eccessivamente vistoso, vita stretta e gambe tornite e slanciate, la mia ex-compagna delle superiori era sicuramente tra le più belle ed appariscenti ragazze presenti a quella festa.
Fisicamente molto diversa da me, che sono scura, sia di capelli, che di occhi e carnagione, qualche centimetro di certo meno alta di lei, e un tantino più formosa: diciamo che, però, nel novero delle ragazze più interessanti e carine presenti quella sera, il mio posto sul podio della più bella non me lo levava nessuno.
E il gradino più alto di quell’immaginario podio spettava, in tutta onestà, proprio alla ragazza che non rivedevo da così tanto tempo.

Veronika era arrivata alla festa in compagnia di Dimitri, il ragazzo con il quale era fidanzata da un paio d’anni.
Al contrario di lei, quella sera io ero arrivata da sola, dal momento che la mia ultima storia si era conclusa, e in malo modo, quasi quattro mesi prima.

Dimitri, il suo fidanzato, era un ragazzo prestante ed atletico, dall’aspetto un pò selvaggio e ribelle, capelli lunghi e neri, barba di qualche giorno sulle guance e orecchino al lobo destro: un gran bel ragazzo, uno di quei tipi da cui le donne si sentono immediatamente e irresistibilmente attratte.
Se anche lui si fosse presentato da solo a quella festa, di certo mi avrebbe fatto molto piacere riuscire a trascorrere la serata in sua compagnia.

Dopo i baci e le presentazioni di rito, Veronika ed io iniziammo subito a ricordare i vecchi tempi della scuola, riportando alla memoria aneddoti ed episodi di quegli anni, il tutto sotto lo sguardo attento e divertito di Dimitri.
Per farla breve, Veronika, Dimitri ed io trascorremmo insieme, e piacevolmente, quasi l’intera serata, al punto che, verso l’una di notte, con la musica ancora a tutto volume, sicuramente tutti un pò storditi dal rumore e da qualche bicchiere di troppo, i due mi proposero una passeggiata sulla spiaggia in loro compagnia.
Stanca di tutto quel frastuono e accaldata per aver lungamente ballato, accettai con piacere il loro invito.

Passammo per il giardino della casa, scendemmo sulla spiaggia e c’incamminammo lentamente lungo il bagnasciuga, Veronika e Dimitri mano nella mano, ed io accanto a loro.
Mi sentivo un tantino la terza incomoda, per la verità, ma mi era stato impossibile anche solo pensare di rifiutare il loro invito così spontaneo.
Dopo il caldo della festa, l’aria mi sembrava piacevolmente fresca, e la luna quasi piena illuminava la spiaggia, rendendo fosforescenti le bianche spume delle piccole onde che si frangevano a riva.
Godendomi quella camminata rigenerante, continuavo a chiacchierare del più e del meno con la coppia che mi accompagnava.

Dopo una decina di minuti giungemmo ad un ammasso di scogli che, di fatto, interrompeva la spiaggia su quel lato.
Prima di tornare indietro, e desiderosi tutti e tre ancora di un pò di tranquillità dopo il baccano della festa, ci addentrammo di qualche metro tra le rocce, cercando, nella pallida luce lunare, uno scoglio piatto e liscio, in modo da potersi mettere seduti per qualche minuto.
Senza difficoltà trovammo quello che cercavamo: una larga pietra, levigata alla perfezione dall’incessante azione dell’acqua del mare.
Fu così che ci mettemmo seduti ad ascoltare la risacca, lo sciabordio quasi ipnotico dell’acqua tra gli scogli, unico rumore nel silenzio che ci circondava.
Ricordo perfettamente quei momenti, come se li avessi vissuti una settimana fa, e non fossero in realtà trascorsi cinque anni da allora.

Veronika indossa una camicetta bianca, molto scollata e sexy, discretamente e maliziosamente trasparente, e che lascia intuire, in modo abbastanza evidente, la linea e la forma dei suoi seni, così tonici e perfetti: i primi due bottoni dell’indumento sono aperti, ed il solco fra i seni è generosamente messo in mostra, a catturare lo sguardo del prossimo.
Piccoli e astuti trucchi prettamente femminili, invero.

Ora è Dimitri che anima maggiormente la conversazione, raccontando storie e vicende, decisamente assurde e poco probabili, ma molto divertenti, di alcuni suoi amici.

Dopo qualche minuto di quelle chiacchiere, mi accorgo che lo sguardo di Veronika si è fissato su di me, come se lei avesse voglia di dirmi qualcosa e non trovasse le giuste parole per comunicarmelo.
- Dimmi… – le chiedo, incuriosita da quella sua espressione.
- Nulla… – mi risponde lei, sorridendo e scuotendo la testa, i suoi lunghi capelli biondi ad ondeggiare nella brezza notturna – … è solo che mi piace guardare il tuo viso… sei veramente molto bella, Eleni… -
E così dicendo, Veronika allunga una mano e mi accarezza dolcemente i capelli.
Le sorrido, sorpresa e compiaciuta di quell’inatteso complimento, rivoltomi, oltretutto, da una donna che, in fatto di bellezza, non ha da invidiare niente a nessuno.
Non ho tempo, però, di soffermarmi su quell’improvviso gesto d’affetto di Veronika, perché sento subito la calda mano di Dimitri accarezzarmi, e con estrema dolcezza, la pelle nuda della mia gamba destra.
In un attimo la soddisfazione per le parole pronunciate della mia amica dei tempi della scuola si trasforma in evidente imbarazzo.
Quella mano di Dimitri che scorre sulla mia pelle mi getta in uno stato di totale confusione.
Guardo Veronika, e la vedo nuovamente sorridere.
La sua mano torna ad infilarsi tra i miei capelli.
Sono sempre più a disagio, di certo infastidita da quel loro strano comportamento, e incapace di dire una sola parola.
Sento di avere il viso in fiamme per l’imbarazzo.
La mano della ragazza scende lieve dai miei capelli al collo, e le sue lunghe e sottili dita mi sfiorano la pelle, quasi a volermela solleticare.
Incapace di ogni reazione, assolutamente sorpresa da quella loro iniziativa, guardo entrambi negli occhi, e vedo le loro espressioni tranquille e rilassate, ma anche chiaramente eccitate; noto particolari che mi sono fino ad allora sfuggiti, come le piccole e affascinanti rughe, che si formano ad ogni sorriso, agli angoli della bocca di Dimitri, o che il terzo bottone della camicetta di Veronika sia stato ora anch’esso slacciato, ed i seni della ragazza si mostrino quasi completamente scoperti, o come ancora il rigonfio del pene in erezione nei pantaloni del ragazzo…

La mano di Dimitri risale sulla mia gamba, fino alla coscia, leggera ma insistente: quindi s’insinua sotto la corta gonna che indosso, e avverto le sue dita farsi strada fra le mutandine, spostandole abilmente di lato.
Sono immobile come una statua, rigida per la tensione.
Non so proprio cosa fare e come comportarmi di fronte a questo loro improvviso e assolutamente inatteso assalto sessuale.
O meglio, lo so perfettamente cosa dovrei fare.
Dovrei di certo alzarmi… magari buttarla sul ridere… giusto per vincere l’imbarazzo e per non fare la figura della bacchettona… dovrei dir loro che si è fatto tardi, e che sarebbe il caso di tornare indietro, alla festa… dovrei dire tutto questo e altro ancora… ma… ma qualcosa mi blocca… m’impedisce di avere quella reazione che sarebbe forse logica e giustificabile in chiunque… perché… perché quello che sta accadendo mi piace… mi piace moltissimo… e inizia ad eccitarmi da morire…
Veronika continua ad accarezzarmi il collo, e le dita di Dimitri mi sfiorano il sesso con sempre maggiore insistenza.
Sto perdendo la testa, lo sento, eccitata sempre di più ogni istante che passa.
La bianca luce della luna ci avvolge e ci accarezza, ed il frangersi delle onde è una musica che sembra volerci cullare.

E’ un attimo.
Di sicuro un momento d’improvvisa follia.
La mia mano destra, d’impulso, si posa sui pantaloni di Dimitri, all’altezza del ginocchio: quindi prende a salire, con una sfacciataggine che mai avrei pensato mi potesse appartenere, alla ricerca di quell’invitante rigonfiamento che tende la stoffa.
Ora lo sento sotto il palmo.
E’ duro come il granito… e le sue dimensioni mi lasciano senza fiato…
Veronika mi sorride complice e mi prende l’altra mano, appoggiandola sulla sua coscia nuda.
Mi sento percorsa da un lungo brivido.
Non solo di disagio, ma anche, e soprattutto, d’intenso piacere.
Non ho mai toccato, in quel modo, un’altra donna.
Mi rendo conto, con enorme sorpresa, di averlo forse desiderato, però, da sempre.

Lei continua a fissarmi e a sorridere.
- Dai, Eleni… è bellissimo… fai come me… -
La sua mano abbandona i miei capelli e la pelle del mio collo, e scende verso il mio sesso: le dita di Veronika sfiorano quelle della mano del suo ragazzo, che tiene le mie mutandine scostate di lato.
Sussulto a quel contatto, mentre le dita della mia amica iniziano a sfiorarmi dolcemente la fica.
Premo ancora più forte con la mano sul turgido cazzo di Dimitri, ancora trattenuto dai pantaloni.
Ho voglia di stringerlo nella mano, riempirmi il pugno di quella sua calda e fantastica consistenza.

- Tiratelo fuori, presto… -
E’ la mia voce, ma non è la mia voce.
Perché ha un timbro così carico di desiderio che mai ho sentito in passato.
E’ roca, bassa, quasi gracchiante, un filo di voce che reclama solo il piacere fisico.
Dimitri obbedisce all’istante a quella mia richiesta che è quasi una supplica.
E mentre lui si apre lentamente i pantaloni, mi accorgo, e la cosa mi esalta ancora di più, che Veronika non indossa le mutandine.
Sotto la gonna è completamente nuda.

Le mie dita incerte incontrano i suoi morbidi peli del pube.
Muovo impacciata la mano sulla sua fica, sbalordita da questa nuova e fantastica esperienza.
La sento già bagnata, fradicia delle sue tiepide secrezioni.
Veronika è visibilmente eccitata.
Accarezzo, sfioro, tocco appena le sue grandi labbra, e poi lambisco il clitoride, subito duro e fremente.
- Bravissima, Eleni… così… sì… continua così… dai, non ti fermare… mi piace… da morire… -
Mentre mormora queste parole, Veronika scivola in giù con il bacino e allarga le gambe: agevolato da questi suoi movimenti, il mio dito medio s’infila rapido nella fica, ora grondante degli umori dell’eccitazione.
La sento godere, mentre la sue dita mi torturano il clitoride, abilmente, sapientemente, meravigliosamente.
L’imbarazzo di poco prima è solo un ricordo.
Ora c’è spazio soltanto per il piacere.

Guardo il cazzo di Dimitri, che ora lui ha tirato fuori dai pantaloni.
E’ splendido e grande.
Ed è durissimo, svettante e congestionato.
Il ragazzo ci osserva, mentre Veronika ed io continuiamo a masturbarci a vicenda.
All’improvviso sento la bocca del ragazzo sul collo, avverto il tepore del suo respiro solleticarmi l’orecchio, ed il suo profumo di maschio mi fa girare la testa.
La sua voce è un bisbiglio dannatamente erotico e sensuale.
- Leccamelo… prendilo in bocca, Eleni… succhiamelo e fammi impazzire… dai, lo so che ti piace e che non aspetti altro… -
Ho il cuore in gola per l’emozione, e sento l’orgasmo salire, stimolato stupendamente dalla mano di Veronika.
- Si… fagli un pompino… ora, Eleni… prendigli il cazzo in bocca… subito… -
La ragione è una parola per me, ormai, sconosciuta.
Sono pazza di desiderio.
E non li faccio attendere neanche un istante.
Mi piego su quell’asta turgida, su quel cazzo che mi attira come una calamita.

Le mie labbra si stringono vogliose su quello splendido palo, che pulsa e sussulta, scivolano in su ed in giù, assaporando fino in fondo l’intenso odore di Dimitri.
Ho lasciato con la mano la fica di Veronika, e le mie dita, ancora umide del suo piacere, iniziano ad accarezzare lo scroto del suo ragazzo, giocando con i suoi duri testicoli.
Veronika resta a guardarci per qualche istante, poi si sposta e scivola tra le mie gambe aperte.
Mi rendo conto che le sue mani mi stanno sfilando le mutandine: io l’assecondo, muovendomi piano e continuando a succhiare avidamente il cazzo di Dimitri.

Le dita di Veronika (oh, che mani fantastiche le sue…) allargano delicatamente la mia fica, e la sua lingua s’insinua decisa all’interno, regalandomi attimi di paradiso; poi sono le sue labbra ad abbracciarmi e a stimolarmi il clitoride, trascinandomi in un delirio di piacere.
Sono eccitata come mai in vita mia.
Muovo freneticamente il bacino, assecondando quella sua infernale lingua.
Le mani di Dimitri sulla mia testa spingono verso il basso, dettando un ritmo sempre più veloce al pompino che gli sto facendo.

Sento la sua liscia cappella scorrermi sul palato, scivolarmi fino in gola… mentre io sto venendo sulle morbide labbra di Veronika, squassata da un orgasmo tanto intenso quanto dolcissimo.
Quando si accorge di avermi fatta venire, la mia amica lentamente si rialza: la sua lingua abbandona la mia fica e prende a scorrere lungo l’interno delle cosce, leccandomi con sublime delicatezza.
Poi, in un attimo, le sue mani mi alzano la maglietta, ed i suoi baci arrivano ai seni, i suoi denti mordono leggermente i miei capezzoli, duri ed eretti come piccoli chiodi sporgenti.
Ora mi rialzo anche io, lasciando il cazzo di Dimitri, completamente bagnato della mia saliva.

- Mettiti qui, Eleni… vieni… sei veramente bellissima… dai… mettiti qui… e apri le gambe… -
Veronika, la voce affannata e carica di libidine, mi sta indicando la parte destra della piatta roccia che è stata la nostra alcova, il lato di fronte a quello dove siede il suo ragazzo.
Mi sposto e mi siedo dove lei mi ha chiesto di andare.
Mi sfilo in un lampo la maglietta e la gonna e ora, completamente nuda, allargo le gambe a mostrar loro la mia fica ancora bollente di desiderio.
Anche Veronika si alza e in un attimo si spoglia, meravigliosamente nuda per i miei occhi.
Ora è lei che inizia a giocare con il cazzo del suo ragazzo, facendo scorrere le mani su quella dura delizia.
Li guardo, morbosamente attratta da quella vista.

- Masturbati, Eleni… dai… fallo davanti a noi… -
Sento la voce di Dimitri giungere molto da lontano.
La mia mano scende alla fica, le gambe totalmente divaricate, due dita ad allargare le labbra…

Veronika va a sedersi sulle gambe di Dimitri, dandomi la schiena.
La vedo agitare il bacino su quel palo di carne che, lentamente, si fa strada fra le sue stupende natiche.
Poi la ragazza spinge verso il basso, sempre più forte e con decisione, fino ad impalarsi completamente, il culo pieno di quella carne pulsante.

Stravolta dall’eccitazione, mi sposto e vado a mettermi seduta di fianco a Dimitri, spalancando ancora le gambe e continuando a masturbarmi sempre più velocemente.
Soffocata dal piacere, guardo la mia amica che si accarezza le tette, godendo senza ritegno di quel cazzo che le riempie il culo.
Il mio stato di esaltazione è talmente evidente che Veronika allunga una mano e mi accarezza le cosce, mentre Dimitri continua ad incularla con sempre maggior frenesia.

- Continua a masturbarti, Eleni… non smettere… ti prego… -
Sono parole smozzicate ed ansimanti quelle pronunciate da Dimitri, la sua eiaculazione ormai vicinissima.
Con un dito stuzzico e premo con crescente rapidità sul clitoride, il delirio dell’ennesimo orgasmo di quella notte ad un passo.

Due dita della mano di Veronika mi penetrano di colpo, e la fragile diga del mio piacere cede di schianto, trascinandomi in un abisso di sensazioni uniche e travolgenti.
Anche Dimitri viene, inondando di sperma le viscere di Veronika, che sussulta e rabbrividisce insieme a me, anche lei squassata da un incontenibile orgasmo…

Dopo esserci ricomposti, tornammo verso la casa, dove la festa, ormai, era quasi terminata.
Ricordo che con Dimitri e Veronika non parlammo di quanto accaduto, ancora sconvolti e inebriati da quelle meravigliose sensazioni appena vissute.
Il tempo di salutare coloro che ancora si attardavano, e andammo via dalla festa e da quella casa.
Veronika e Dimitri sulla loro auto, io con la mia.

All’incrocio con la statale, la loro auto si fermò allo stop, ed io dietro di loro.
Vidi Veronika scendere e, di corsa, venire accanto al mio finestrino aperto.
Ci guardammo negli occhi per alcuni lunghi istanti: quindi lei avvicinò le labbra alle mie e le sfiorò con un delicato bacio.
Sorridendomi, lei mi disse: – Telefonami, Eleni… questo è il numero… -
Dalla sua mano presi un piccolo foglietto di carta.
Poi lei scappò via, risalì accanto a Dimitri, e la loro auto, in breve tempo, scomparve nella notte.

Tre giorni dopo, ancora confusa e incredula per quanto accaduto, mi tornò tra le mani quel pezzo di carta con il numero telefonico di Veronika.
Se avessi voluto seguire i miei istinti, le avrei immediatamente telefonato, e di certo avrei potuto rivivere con loro quelle indimenticabili emozioni.
Ma, in fondo al mio animo, sapevo perfettamente che non era quella la strada migliore per me.
Avevo finalmente riconquistato un minimo di lucidità.
Fu per quella ragione che gettai via il numero di telefono dei miei due amanti di una notte, conservando però gelosamente il prezioso ricordo di quanto accaduto sulla spiaggia di Plitra.

Non ho più incontrato Veronika e Dimitri.
Ed evito, ancora oggi, di tornare su quella spiaggia.

FINE



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